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Documento di economia e finanza. Tesei: "La pubblica amministrazione non è più un salvagente. Preoccupano le partecipate". Crescita digitale e smart working nel futuro

La Prima commissione dell'Assemblea legislativa dell'Umbria ha approvato a maggioranza il Documento di economia e finanza regionale 2021-2023.

La Prima commissione dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, presieduta da Daniele Nicchi, ha approvato (con i voti favorevoli della maggioranza e quelli contrari dell’opposizione) il Documento di economia e finanza regionale 2021-2023. Ad illustrare il Defr è stata la presidente della Regione, Donatella Tesei. Inoltre i commissari hanno approvato a maggioranza anche l’autorizzazione all'esercizio provvisorio del Bilancio di previsione della Regione Umbria per l’anno 2021, atto illustrato dall’assessore Paola Agabiti. Esponendo il DEFR ai commissari, la presidente TESEI ha detto che si tratta di un “documento PRAGMATICO CHE GUARDA AL FUTURO. C’è da lavorare molto per INVERTIRE LA ROTTA che vede la nostra Regione già prima della pandemia con un Pil tra i più bassi d’Italia. L’Umbria del 2021 punterà alla tenuta del tessuto socio-economico, con misure di sovvenzioni di vasta portata, ma anche al rilancio post covid fin da subito. Una logica del doppio binario usata nel 2020 che abbiamo mantenuto per il 2021, così da innestare la marcia dello sviluppo una volta finita la pandemia. Il Defr è stato costruito con un metodo di CONCERTAZIONE e ha tenuto conto delle proposte avanzate dalle parti sociali. L’Umbria è arrivata all’emergenza covid in una situazione economica difficilissima. Il Covid ha colpito una Regione invecchiata, in decremento demografico, caratterizzata da una sovra istruzione senza uno sbocco lavorativo adeguato.  C’è un problema di basso tenore di lavoro femminile, bassa produttività, scarsi investimenti, bassa patrimonializzazione delle imprese e bassa digitalizzazione. La macchina pubblica regionale è da riorganizzare completamente, con un BILANCIO INGESSATO che è utile solo ad alimentare l’esistente, caratterizzato da problematiche pregresse da sistemare e con prospettive preoccupanti dal punto di vista delle entrate e dalla necessità di cofinanziare la nuova programmazione comunitaria. Preoccupante la situazione delle  partecipate. Il covid ha colpito una regione con il mito del salvagente della PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. Invece il Defr dimostra che è tra le più vulnerabili. In questo quadro, la nostra azione deve essere finalizzata a RIPROGRAMMARE a fare in modo che il Pil e i consumi, che sono ai minimi storici, possano essere incrementati per poter permettere la ripartenza. Le misure intraprese nel 2020 ci hanno consentito di far tenere il tessuto socio-economico e accennare alla ripresa avuta in estate. Ripresa che non ha riguardato solo il turismo ma si è propagata anche ai consumi con una performance tra le migliori in Italia. Queste azioni hanno tenuto viva e reattiva questa Regione. Il Defr punta sulla FIDUCIA per spingere investimenti e consumi, facendo circolare i troppi depositi accumulati da famiglie e imprese per la fase di attesa che stiamo vivendo. Poi vogliamo incentivare tutto ciò che possa rendere la REGIONE ATTRATTIVA per chi vuole fare impresa, studiare, vivere la pensione e lavorare. La produttività sarà leva fondamentale del nostro agire. La CRESCITA DIGITALE è il tema dei temi, e la intendiamo come  una rivoluzione culturale, una via alternativa alle infrastrutture tradizionali. Lo smart working è un’occasione storica per chi vuole vivere in Umbria e lavorare fuori. La MANIFATTURA deve essere il motore più potente della Regione, un acceleratore per lo sviluppo. Il TURISMO è un settore che sta dando risposte importanti, e che deve continuare a darle. Per il sistema dei collegamenti puntiamo su treni veloci e sull’aeroporto. La SANITÀ pubblica e universale è fondamentale anche grazie alla nuova convenzione con l’Università che chiuderemo. La finalità del nuovo piano sanitario, oltre ad assicurare una sanità territoriale che vada incontro ai bisogni di tutti, è quella di far tornare positivo il saldo di mobilità, lavorando per far tornare la nostra sanità ad essere attrattiva. La pubblica amministrazione deve avere un ruolo nuovo e diventare più snella, facilitante e tutt'altro che invasiva nella vita delle imprese. La Pa deve dare risposte veloci, certe, sicure e consentire che l’iter dei lavori delle imprese possa essere agevolato. Nuovo ruolo anche per le PARTECIPATE, che devono essere al servizio dei cittadini e un volano di sviluppo, con una spesa pubblica in diminuzione. Altrimenti prenderemo in esame anche accorpamenti e dismissioni. Il Defr ha una visione di sostegno totale alle imprese e ai lavoratori, perché solo sostenendo l’impresa si crea lavoro e si contrasta la povertà. Per sostenere queste linee ci sono le RISORSE provenienti dalla riprogrammazione comunitaria dei fondi non spesi nel periodo 2014-2020: 98 milioni di euro, spesi al 40 per cento nel 2020, il resto ancora nel 2021. Dalla riprogrammazione Fsc ci sono 98 milioni, con l’accordo con il ministro Provenzano, da spendere nel 2021. Poi ci sono le risorse comunitarie della nuova programmazione 2021-27, Fesr e Fse, la stima è di circa 700 milioni, 100 l’anno. Per il Psr si stimano circa 800 milioni, 115 l’anno. Altro tema è il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che ancora non è definito nonostante le pressanti richieste delle Regioni. Allo stato attuale le regioni non hanno un ruolo definito nella sua gestione. Nonostante ciò, come Conferenza-Stato Regioni ci siamo portati avanti e abbiamo elaborato progetti di massima e li abbiamo inviati al Ministero. Nella prossima Conferenza Stato-Regioni vorremmo chiarimenti e certezze. Auspico condivisione e che ciascuno di noi, nelle varie posizioni politiche, possa sostenere gli interessi della nostra Regione”.  L’assessore AGABITI, illustrando l'ESERCIZIO PROVVISORIO, ha detto che questo “si è reso necessario per l’allungamento dei tempi dovuti all’emergenza covid, che ha portato all’approvazione del rendiconto e dell’assestamento a fine novembre. Il provvedimento ha una durata massima di 3 mesi, ma l'obiettivo della Giunta è di ridurre al minimo questo periodo, puntando all’approvazione entro fine gennaio o i primi di febbraio del 2021. Stiamo già lavorando ad un documento veritiero e non approssimativo, con stanziamenti adeguati ad ogni voce di spesa, cercando di quantificare le minori entrate che nel 2021 saranno importanti, ma anche tentando di individuare il cofinanziamento dei fondi europei, di cui non abbiamo ancora una quantificazione specifica. Questo provvedimento consente di garantire la continuità dell’amministrazione regionale”. DMB/

Gubbio/Gualdo Tadino
15/12/2020 09:04
Redazione
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