Cento anni fa, esattamente nel 1908, veniva fondata, “con il concorso spontaneo di 67 benemeriti cittadini, in prevalenza agricoltori” la Cassa di Risparmio di Perugia, che per circa un secolo ha svolto un ruolo determinante nello sviluppo economico-sociale del territorio perugino. La “grande trasformazione” che ha segnato la storia di Perugia negli anni Cinquanta e Sessanta – con il passaggio da un’economia prevalentemente agricola, caratterizzata dalla mezzadria, ad una basata su un vasto tessuto di piccole e medie imprese artigiane e industriali – difficilmente si sarebbe realizzata senza il sostegno decisivo della Cassa. Che oltre a garantire capitali d’investimento ad un’area tradizionalmente povera di risorse finanziarie e a gestire in modo oculato i risparmi di migliaia di famiglie, per decenni ha anche attivamente operato sul versante della beneficenza e dell’assistenza sociale: affiancando dunque l’attività tradizionalmente bancaria e creditizia con cospicui interventi in materia sociale, in campo culturale e in materia di sanità e istruzione pubblica. Come si sa, tutto (o quasi) è cambiato con i primi anni Novanta, quando il sistema bancario nazionale è stato investito da un profondo processo di trasformazione. Le Casse di Risparmio – compresa ovviamente quella perugina –sono state trasformate in società per azioni: le attività propriamente finanziarie sono state così scorporate da quelle benefiche ed assistenziali, che da quel momento hanno fatto capo ad apposite fondazioni. È nata così, nel 1992, la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. Nel frattempo, per effetto del radicale processo di concentrazione che ha progressivamente coinvolto il mondo bancario, molte di esse, fra cui la Cassa perugina, sono state inglobate all’interno dei grandi gruppi bancari, nazionali e internazionali, nati in quegli anni. A testimoniare una storia secolare e a mantenere vivo lo spirito di un territorio è però rimasta la Fondazione, divenuta nel corso degli anni, grazie al suo cospicuo patrimonio, una presenza fondamentale per tutto ciò che attiene, ad esempio, la tutela e valorizzazione del patrimonio artistico regionale e il sostegno alla ricerca scientifica (in particolare in campo medico). In circa quindici anni di vita, la Fondazione ha erogato per il solo settore “arte e cultura”, quello più rilevante secondo le sue finalità istituzionali, ben 42 milioni di euro. In totale – considerando tutti gli altri settori di intervento: la salute pubblica, l’educazione e la formazione. lo sviluppo locale, l’assistenza sociale, la ricerca scientifica e tecnologica – sono state impiegate risorse per un ammontare di 96 milioni di euro, poco meno di 200 miliardi delle vecchie lire. Una cifra enorme, che ha indubbiamente contribuito a far crescere il tessuto civile e sociale della città di Perugia e della sua provincia. Un impegno, che in occasione dei cento anni dalla nascita della Cassa di Risparmio di Perugia – della quale la Fondazione rappresenta l’ideale prosecuzione – quest’ultima ha scelto di festeggiare con la grande mostra d’arte– “Da Corot a Picasso, da Fattori a De Pisis” – in programma a Palazzo Baldeschi al Corso a partire dal prossimo 15 settembre. Si tratta di un avvenimento di grande valore artistico e culturale. Verranno infatti presentati al pubblico veri e propri capolavori provenienti da due tra le più prestigiose collezioni d’arte privata oggi presenti nel mondo: la Phillips Collection di Washington e la Galleria Ricci Oddi di Piacenza. Un omaggio al mecenatismo e al collezionismo privato che consentirà al pubblico di ammirare opere di artisti del calibro di Picasso, Modigliani, Utrillo, Braque, Cezanne, Van Gogh, Boccioni, Kandinsky, Manet, Corot, Fattori, De Pisis e Campigli. “Negli ultimi anni – spiega Carlo Colaiacovo, Presidente della Fondazione – ci siamo particolarmente impegnati per ampliare la nostra collezione d’arte, che attualmente comprende, tra l’altro, opere di maestri quali il Perugino, il Pintoricchio, Matteo da Gualdo, Giandomenico Cerrini, Luca Signorelli, Gerardo Dottori, oltre ad una raccolta di maioliche artistiche rinascimentali tra le più cospicue al mondo. Ci è parso quindi giusto, in occasione di questo centenario, presentare una selezione di opere d’arte che testimoniano anch’esse l’importanza del collezionismo privato nell’arte moderna e contemporanea”. La mostra, che resterà aperta sino al 18 gennaio 2009, sarà ufficialmente inaugurata domenica 14 settembre, con una cerimonia, in programma alla Sala dei Notari di Perugia, alla quale parteciperanno, a partire dalle ore 11.00, il Ministro dei Beni e delle Attività culturali Sandro Bondi, il critico e storico dell’arte Vittorio Sgarbi (curatore del catalogo della mostra), il Presidente della Fondazione Carlo Colaiacovo e la principali autorità politiche locali. La presentazione sarà preceduta alle 10.30 da un corteo storico che sfilerà lungo Corso Vannucci sino a Piazza Quattro novembre, al quale interverranno i figuranti del Calendimaggio di Assisi, della Quintana di Foligno, gli Sbandieratori di Gubbio e quelli di Gualdo Tadino. “Si tratta – spiega Colaiacovo – di una presenza che vuole simboleggiare non solo il radicamento storico della Fondazione, ma anche i suoi profondi legami con l’intera provincia di Perugia”. La ricorrenza del centenario verrà poi celebrata con uno speciale annullo postale nella sede della Fondazione a Palazzo Graziani il prossimo 22 settembre dalle 8.30 alle 14.30.
Perugia
13/09/2008 08:07
Redazione