E' morto Gaetano Mastrangeli, ultimo testimone dell'eccidio dei 40 Martiri

Presso la sua abitazione di Perugia, dove risiedeva alternandosi con una casa che possedeva lungo una traversa su via del Camignano a Gubbio, è venuto a mancare Gaetano Mastrangeli, la cui esistenza si è intrecciata con la tragica vicenda dei Quaranta Martiri, fucilati per rappresaglia dalle truppe naziste nelle prime ore del 22 giugno 1944. Con lui infatti se ne va l’ultimo degli eugubini rastrellati dai tedeschi per vendicare l’uccisione di un ufficiale medico ed il ferimento di un altro connazionale avvenuti nel pomeriggio del 20 Giugno all’interno dell’allora Bar Nafissi in Corso Garibaldi. Catturato, non ancora sedicenne, insieme al padre ed al fratello, è stato tra coloro che furono costretti a scavare la fossa dove poco dopo rotolarono i corpi insanguinati dei martiri fucilati senza pietà. Liberato dopo un paio di giorni insieme al padre ed al fratello, Mastrangeli si è portato dietro la sua vicenda personale con grande dolore e notevole sofferenza. Ha accettato di raccontarla per la prima volta soltanto a gennaio dello scorso anno, nel quadro di un incontro con gli studenti organizzati nel quadro della giornata della memoria. Sempre in quella circostanza ha deciso di entrare per la prima volta nel mausoleo che dei martiri ne custodisce resti mortali, memoria ed insegnamento. “Non l’avevo mai fatto – si era quasi giustificato allora – non per rimuovere il ricordo, ma per un senso inconscio di colpa. Per anni ho avuto un incubo: mi vedevo seduto sulla fossa piena dei corpi dei martiri”. Ai funerali, che avranno luogo stamane (ore 10) presso l’Oasi di S.Antonio a Perugina, sarà presente una delegazione dell’Associazione Quaranta Martiri.