Un ambiente troppo piccolo, un sistema di aereazione non adeguato, una presenza eccessiva di pentano all'interno, un uso non corretto delle cosiddette lavatrici ad ultrasuoni utilizzate per il trattamento della cannabis.
E' quanto ha scritto nella sua relazione, consegnata al pm Gemma Miliani, il professor Aldo Romani, docente di chimica all'Università di Perugia e consulente nominato dalla Procura per redigere la perizia tecnica sull'esplosione della Green Genetics di Gubbio, avvenuta lo scorso 7 maggio e costata la vita a due dipendenti, Samuel Cuffaro di 19 anni ed Elisabetta d'Innocenti di 52, oltre al ferimento di altri tre di cui uno, Alessio Cacciapuoti, in maniera grave. Quattro gli indagati per omicidio colposo plurimo e disastro colposo: i titolari della Green Genetics e della collegata Greenvest, ovvero i fratelli Gabriele e Maria Gloria Muratori e Alessandro e Luciano Rossi.
Per il consulente, che aveva visitato il luogo dell'esplosione pochi giorni dopo il fatto, i locali dove avveniva il trattamento della cannabis per abbassare il valore di thc, sarebebro stati troppo piccoli rispetto al quantitivo di pentano presumibilmente presente all'interno della stanza. La sostanza infatti, altamente infiammabile, ha una componente in fase vapore che circola nell'aria e nelle condizioni ambientali date in quel posto e in quel giorno, ovvero con le temperature e la pressione atmosferica registrate a Gubbio il 7 maggio alle ore 17 , sarebbero bastati 2 litri di liquido nelle vasche di lavaggio per far saltare la stanza , mentre dalle indagini e dagli atti il consulente ipotizza che ne fossero presenti circa 120 litri. A questo va aggiunto un sistema di aereazione con finestre e aspiratore posizionati in alto nella stanza, mentre il pentano, essendo pesante, tende a posizionarsi in zone basse dell'ambiente, risultando così il sistema "ininfluente nei confronti dei vapori stratificati verso il pavimento". Nella perizia si rileva anche la presenza nell'ambiente di altri infiammabili come alcool etilico usato per le pulizie e di-metil etere, un composto chimico utilizzato per tentativi di trattamento della cannabis. Il perito ha anche segnalato un uso delle lavatrici ad ultrasuono difforme dal manuale di utilizzo allegato alle stesse che indica unicamente l'acqua come liquido da utilizzare, vientando gli infiammabili. In condizioni così date, la stanza di trattamento della cannabis era da considerarsi una miscela esplosiva dove qualsiasi cosa avrebbe potuto provocare l'innesco della fiammata. La perizia non dà una indicazione precisa poichè dai dati raccolti si ritiene impossibile con esattezza stabilire da dove sia partita la scintilla.
Gubbio/Gualdo Tadino
14/07/2021 10:55
Redazione