Ex Merloni, a Fabriano presidio anti-smantellamento

Da ieri è in corso un presidio a Fabriano contro il temuto smantellamento degli stabilimenti di Maragone e Santa Maria perché la J&P sta vendendo macchinari. Domani potrà essere chiarificatore un incontro con la proprietà fissato per le 8, alle 16 è invece in programma l’assemblea dei lavoratori. E’ l’aggiornamento al minuto di una situazione sempre più preoccupante per la fascia appenninica, che tocca la manifattura, l’edilizia e la ceramica, solo per citare alcuni dei settori cardine del Pil umbro. Sono i cartelli esposti a ricordare i numeri impietosi: quelli della ex Antonio Merloni, i cui 1300 dipendenti prima della crisi sono attualmente 350, con ricorso alla cassa integrazione e la data del maggio 2013 come scadenza di quella straordinaria. O quelli della Faber, azienda chiusa per scelta della multinazionale Franke che ha registrato la ricollocazione di 98 dipendenti nel sito di Fabriano, mentre 86 sono in cassa integrazone straordinaria, che scadrà a settembre 2014. O quelli del settore costruzioni che a livello provinciale ha registrato la perdita di 10 mila posti di lavoro e che da queste parti ha visto scendere gli iscritti alla cassa edile da 1200 a circa 500. Per i dipendenti dello stabilimento Sicap di Gualdo Tadino – laterizi e manufatti ad esempio la fine dell’anno porterà la cessazione della cassa integrazione straordinaria e il via alla mobilità Non sono stati solo i dipendenti delle grandi aziende del territorio a portare la propria testimonianza nell’incontro promosso dalla Cgil davanti allo stabilimento Faber per ribadire le ragioni dello sciopero del 14 novembre, che in Umbria sarà di 8 ore e che avrà il proprio clou a Terni. Lì confluiranno tutte le problematiche del settore ceramico e quelle di chi, lavoratore del gruppo Ghergo – primo stabilimento, quello di Costacciaro, ceduto dal gruppo Merloni – dopo due anni sconta la fine delle commesse e quindi deve sperare in ulteriore cassa integrazione. Tutte ragioni che hanno spinto a scendere in piazza il prossimo 14 novembre, data di mobilitazione a livello europeo. Perché senza quel 25% di Pil umbro rappresentato da manifattura ed edilizia – ha spiegato il segretario provinciale Sgalla, tutto il resto – coesione sociale inclusa – non ha fondamenta