Si è insediato questa mattina alla guida della Questura di Perugia, Fausto Lamparelli, in arrivo dal Servizio centrale operativo, dove nel 2019 ha assunto l'incarico di direttore, responsabile a livello nazionale del coordinamento delle articolazioni centrali e periferiche della polizia dedite al contrasto della criminalità organizzata di tipo mafioso, comune e del contrasto ai delitti di grave allarme sociale. Nato a Benevento, 60 anni, coniugato, con un figlio, Lamparelli ha preso il posto di Giuseppe Bellassai, da oggi alla guida della Questura di Catania. "Perugia è una città e una provincia bellissima - ha detto il nuovo questore che ha incontrato la stampa -. Sono molto felice di essere qui e mi sento un privilegiato. Cercherò di fare tesoro di quello che mi è stato regalato e di rimanere più possibile in questa realtà, perché credo che ci voglia del tempo per conoscere un territorio e con il tempo si può immaginare di fare un buon lavoro". Per il questore "la sicurezza deve essere fatta da una squadra e non da battitori liberi" perché "solo lavorando in squadra si possono raggiungere risultati importanti". "Noi saremo vicini alle necessità dei cittadini e l'impegno sarà massimo per consentire a ciascuno di loro di vivere una sicurezza maggiore - ha detto -. Non è mia assoluta intenzione rappresentare queste idee con le statistiche fredde, che servono a poco, ma con i fatti e quindi saremo qui, con la nostra squadra, a cercare di trovare una soluzione alle istanze dei cittadini perché il nostro non è un lavoro ma è un servizio per le nostre collettività e deve essere considerato tale da ciascuno di noi. E' per questo che dobbiamo essere a disposizione di chi materialmente ci chiede qualcosa che riguarda la sua sicurezza e con attenzione particolare alle vittime di reati, quelli che li subiscono". Attenzione particolare alla prevenzione "in qualunque forma" per "parlare, informare, far conoscere ai cittadini quali sono i pericoli e i sistemi che consentono in qualche modo di evitarli". "Non abbiamo intenzione di rimanere chiusi qui dentro ma di uscire - ha detto Lamparelli -. La nostra missione è produrre sicurezza e saremo trasparenti, motiveremo sempre quelle che sono state le nostre decisioni e determinazioni". Attenzione ai fenomeni di microcriminalità ma con un occhio vigile ai fenomeni di macrocriminalità. "Io vengo da una realtà in cui ho avuto il polso del contrasto alla criminalità organizzata, anche di tipo mafioso e non esistono isole felici - ha detto Lamparelli -. Ci sono zone in cui la criminalità organizzata si manifesta in un modo, altre in cui si manifesta in un altro. Bisogna essere bravi nell'intercettare le criticità e nel saperle affrontare". Dal 1999 al 2017 Lamparelli ha diretto le squadre mobili di Ascoli Piceno, Latina, Bari, Genova e Napoli conseguendo numerosi successi nel contrasto alla criminalità organizzata di tipo mafioso e comune. Nel 2018, presso la direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato a Roma, ha assunto l'incarico di direttore del servizio polizia scientifica, responsabile a livello nazionale delle articolazioni centrali e periferiche della Polizia di Stato dedite alle indagini di natura forense a supporto delle investigazioni.