Soltanto nel 2019 sono state 1.041 le persone che hanno perso la vita in Mediterraneo. Possiamo assistere anestetizzati a questo scempio o fare qualcosa. Mediterranea, una piattaforma che unisce varie realtà della società civile, ha cominciato la sua attività nel settembre 2018 con due imbarcazioni battenti bandiera italiana al fine compiere un’azione non governativa di monitoraggio e di eventuale soccorso: salvare persone è un principio etico fondamentale, un dovere sancito dalle leggi internazionali del mare. Tuttavia salvare persone in mare costa. Costa il carburante, costa l’accoglienza, costa il soccorso. Ecco dunque che mentre il governo promulga decreti che chiudono i porti, conferma i suoi accordi con la Libia, la società civile si sta mobilitando.
Così che anche Gubbio varie associazioni cittadine hanno scelto di mobilitarsi organizzando un incontro aperto a tutta la cittadinanza seguito da una vera e propria festa con raccolta fondi: domani presso i locali dell’Ex Refettorio della Biblioteca Sperelliana dalle ore 18 in poi si svolgerà l’evento a sostegno di Mediterranea. Un appello alla città nel segno dell’accoglienza, dell’antirazzismo e dell’inclusione per sostenere un’importante missione di solidarietà. Organizzato dalle associazioni Our Voice, Non Una di Meno-Gubbio, MentiIndipendenti, Bauxite, ArticoloTre e Teatro della Fama in collaborazione con l'InformaGiovani e con il patrocinio del Comune di Gubbio, l’appuntamento del 22 è il primo evento-raccolta fondi in Umbria a sostegno dell’associazione.
Verranno a raccontare la loro esperienza a bordo di Mediterranea Saving Humans alcuni membri dell’equipaggio: Aimaro Malingri e Tommaso Stella, velisti prestati alle missioni umanitarie che hanno coraggiosamente preso parte a varie missioni in mare e salvato, Don Mattia Ferrari, giovanissimo sacerdote che ha partecipato attivamente alle azioni di Mediterranea, in mare e in terra, e infine Nello Scavo, il coraggioso giornalista di “Avvenire”, che da anni testimonia la criminalizzazione delle ONG e che al momento è sotto scorta, in seguito alle minacce ricevute per l’inchiesta su un trafficante libico. Il reportage in questione sta cercando di fare luce sulla “trattativa segreta” tra alcune apparati dello stato italiano e Bija, considerato da diverse inchieste un pericoloso trafficante di essere umani. A moderare l’incontro sarà Giovanni Dozzini, giornalista e scrittore, vincitore del premio UE per la letteratura con “E Baboucar guidava la fila” (minimum fax, 2018). Il programma della serata prevede in apertura l’incontro-dibattito con i volontari, a seguire apericena e open stage con vari artisti che si alterneranno sulla scena: Sara Marini, Riccardo Tordoni, Paolo Ceccarelli, Roberto Pezzini, Hell & Then, il collettivo Bauxite, il gruppo Our Voice – Gubbio e il Teatro della Fama. Durante l’incontro verrà proiettato anche un cortometraggio realizzato dal velista e videomaker Francesco Malingri, anche lui volontario in diverse missioni in mare sulle navi di Mediterranea. Il filmato, che dura soltanto 12 minuti, racconta una delle più complicate imprese compiute dall’equipaggio di Mediterranea, proprio quella a cui hanno preso parte Tommaso Stella, il comandante del veliero, in seguito indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, e Aimaro Malingri. Lo scorso 6 luglio i due marinai, insieme ad altre cinque persone di equipaggio, hanno salvato 59 migranti tra cui cinque bambini e una donna incinta con una imbarcazione a vela di 18 metri, dopo aver intercettato un gommone in avaria di fronte ad Al Zawiyah, in Libia. Tommaso Stella: “Fin da piccolo a casa mi hanno insegnato a non essere indifferente. All’età di 10 anni è iniziata la mia storia con il mare e le barche. Il viaggio che mi ha portato l’estate scorsa davanti alla Libia con i compagni di Mediterranea è iniziato per me tanto tempo fa”. Aimaro Malingri: “Ho scelto di salire a bordo con Mediterranea perché per noi marinai il senso di solidarietà verso quelli che si trovano in mare è fuori discussione, si va si salva e basta. Sono stato spinto anche da un senso di sfida e di repulsione contro chi fa della politica del "porto chiuso" la sua stupida campagna elettorale”. Don Mattia Ferrari, sacerdote: “Quando quelli di Mediterranea mi hanno chiesto di essere il ‘cappellano a bordo’ non potevo certo rifiutare. La mia decisione s’inserisce nel mio percorso di discepolo di Gesù che mi ha portato a essere amico e fratello di questi ragazzi che hanno scelto di mettere a rischio la loro vita per salvare quella del prossimo, e dei migranti che bussano alle nostre porte. La Chiesa è da sempre vicino ai poveri e ai derelitti della storia”. Durante la serata saranno presenti banchetti informativi della campagna “Io Accolgo” e di Refugees Wellcome Italia.
Gubbio/Gualdo Tadino
21/11/2019 16:47
Redazione