Festa dei Ceri: per il riconoscimento Unesco l'Europa "tentenna"

Con la ratifica del Parlamento italiano di due convenzioni Unesco, una sulla Diversità Culturale l'altra sui Beni Intangibili, uno degli esempi più alti del folklore italiano, la festa dei Ceri di Gubbio, entrerà a far parte dell'elenco mondiale dei beni da tutelare. Un elenco di beni e patrimoni che sono le tradizioni popolari, le rappresentazioni rituali, e che raccontano quell'eredità “intangibile” ma anche intoccabile che dunque in Italia sarà difesa come patrimonio dell'umanità . L'Unesco per la festa dei Ceri è sempre più vicina dunque? Non proprio, o almeno non per ora. Perché se da parte del Governo italiano tutte le procedure formali sono state espletate, non cosi per quelle internazionali. Una volta approvate le convenzioni infatti, gli uffici dell'Unesco dovranno stilare la lista dei beni immateriali, da dichiarare patrimonio dell'umanità. Un atto quest’ultimo non ancora compiuto per la Festa dei Ceri e per altre espressioni folkoriche italiane e probabilmente di là da venire. Un iter complesso quello del riconoscimento dei Ceri da parte dell’Unesco e nato e portato avanti a livello politico in maniera bipartisan, come forse solo sotto l’egida dei Ceri può accadere : tra i promotori ci sono infatti la città di Gubbio con il sindaco Goracci e l’onorevole Giulietti , ed il consigliere eugubino di An Gianfrancesco Chiocci e l’onorevole Nicola Bono sempre di An . Un iter che però per concludersi dovrà attendere ancora un po’. Tanto che proprio Giuseppe Giulietti, portavoce dell’associazione Articolo 21 presenterà la settimana prossima, a ridosso della Festa dei Ceri, una interrogazione al ministro Bondi e al sottosegretario Giro per sapere quali e quanti passi, dovranno essere ancora compiuti a livello internazionale per veder riconosciuta dall’Unesco la festa dei ceri come patrimonio dell’umanità.