Foligno: Busta pesante, tanti costretti a pagare il 100%

Nessuna proroga per la busta pesante. Il termine per il pagamento dei tributi sospesi dopo il terremoto del ’97 è scaduto ieri, 16 giugno 2009. A nulla sono valse le proteste della gente, delle associazioni e dei sindacati che per mesi hanno invocato un rinvio per gli enormi disagi venutesi a creare. L’ultimo tentativo l’ha fatto la presidente della Regione Maria Rita Lorenzetti, incontrando ieri pomeriggio il Prefetto di Perugia Enrico Laudanna. L’Agenzia delle Entrate ha annunciato flessibilità per chi è in ritardo. All’incirca un mese di tolleranza, confermando la restituzione del 40% dei tributi dovuti. E mentre i sindacati “vergogna”, la fila e la preoccupazione continuano davanti agli sportelli fiscali, in banca e alle poste. Durissima la Cisl: secondo il segretario Bruno Piernera la non proroga ha portato solo disagi e costi inutili, tra navette, orari straordinari, permessi di lavoro. Filippo Ciavaglia, segretario della Cgil, si dice invece molto preoccupato per la tolleranza concessa dall’Agenzia delle Entrate. Non essendo un atto normativo, c’è il rischio che se cambiano i vertici nazionali dell’ente fiscale la situazione possa essere modifica: potrebbero scattare dei controlli e magari multe salate per i ritardatari. E mentre la gente continua a fare la fila infuriata la Federconsumatori denuncia assurde disparità di trattamento. Secondo il presidente regionale Alessandro Petruzzi sarebbero tante le famiglie costrette a pagare il 100% della busta pesante in un’unica soluzione, perché dipendenti di aziende private fuori dai comuni terremotati. A Foligno è accaduto già in diversi casi e ad imporlo è l’Inps, con una circolare che interpreta diversamente le norme sulla busta pesante. Una vergogna secondo il leader regionale di Federconsomatori, frutto del caos normativo sulla questione che mette in discussione lo stato di diritto e l’uguaglianza fra i cittadini. Con questo sistema secondo Petruzzi dall’Umbria entrerebbero nelle casse dello Stato ben 8 milioni di euro, frutto della busta pesante pagata ingiustamente al 100%.