Foligno. Consigliere aggiunto, al voto 5.000 stranieri

Saranno oltre cinquemila gli stranieri residenti in città chiamati alle urne entro la fine dell’estate per eleggere il presidente del neo-nato Coordinamento comunale degli immigrati, sorto in seno alla Cgil. Ad annunciare la costituzione del sodalizio, composto da una ventina di migranti di nazionalità rumena, filippina, albanese, tunisina, marocchina, Cinzia Abramo della locale sezione Cgil che ha presieduto il dibattito, tenutosi sabato scorso alla Sala della Corte di piazza della Repubblica, dal titolo "Immigrazione: diritti e doveri – Esperienze a confronto”. Dopo il saluto del sindaco Manlio Marini i rappresentanti della Cgil territoriale hanno dunque informato i presenti dell’avvenuta costituzione, tre settimane or sono, del sodalizio tra stranieri. Un primo, necessario passo verso quell’integrazione che una società multietnica come l’attuale non solo richiede ma pretende. La tappa successiva sarà la redazione dello statuto cui seguiranno le elezioni per la nomina del presidente del coordinamento. Colui che i cinquemila stranieri regolari residenti a Foligno nomineranno come proprio rappresentante sarà poi il candidato scelto per l’incarico di consigliere aggiunto. Entro la fine dell’estate dalle urne dovrà uscire il nome dello straniero che aspirerà ad un seggio in consiglio comunale. Sarà lui a dar voce alla comunità di stranieri residenti in città. Al convegno era presente anche Mario Bravi, segretario generale Cgil dell’Umbria, che ha tracciato una casistica niente affatto confortante dell’incidenza nella provincia di Perugia degli infortuni sul lavoro. Quattro incidenti su cinque coinvolgono stranieri e si verificano di sabato. Una singolare coincidenza che dovrebbe indurre ad alzare il livello di guardia dell’attenzione collettiva. Sulla questione occupazionale interviene anche il segretario provinciale della Cgil Filippo Ciavaglia che rivela come le badanti del territorio foligante siano nella gran parte dei casi in possesso di laurea o un titolo equipollente, condizione, tuttavia, che non le esime, dalla penuria di occasioni lavorative. Un’evidente contraddizione che solo una maggiore integrazione potrà nel tempo sanare. Perché davvero si concretizzi quel melting pot da più parti auspicato. Alessandra Cristofani