Foligno. Delitto Rivaroli, arrestato il quarto presunto killer

Clamoroso colpo di scena nell’inchiesta sull’assassinio dell’elettricista folignate Marsilio Rivaroli ucciso il primo aprile del 2003 nella sua abitazione di via dei Molini, nei pressi del vecchio ospedale San Giovanni Battista. Ermal Tafa, 25 anni, albanese, passato da accusatore a accusato cui giovedì pomeriggio nel corso dell’udienza di fronte alla Corte d’Assise di Perugia il pubblico ministero Sergio Sottani gli ha contestato il reato di concorso in omicidio) è stato arrestato ieri nel corso di un’operazione congiunta del commissariato di Foligno, la squadra mobile di Perugia e il commissariato di Monopoli, in provincia di Bari. Lo straniero e' stato bloccato proprio a Monopoli in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Perugia. Secondo la ricostruzione accusatoria Tafa, nei confronti del quale era stato emesso un provvedimento restrittivo, avrebbe partecipato al delitto del sessantenne folignate insieme al connazionale Arsen Resuli e allo slavo Daut Morina (ancora latitante) e alla sua compagna Loredana Di Tullio. E’ stato rintracciato, dopo molte ore di appostamenti, in una palazzina del vecchio abitato di Monopoli, città pugliese dove in passato presso il locale commissariato di polizia aveva presentato la richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Nella località costiera pugliese, che si trova ad una cinquantina di chilometri da Bari, vivono parenti e amici dell’albanese che, verosimilmente, in questo periodo di latitanza, potrebbero averlo aiutato a nascondersi. Tra le ipotesi investigative più accreditate emerge la pista della ritorsione contro l’’elettricista folignate che dopo aver ospitato nella propria abitazione sia la coppia Morina-Di Tullio che Arsen Resuli avrebbe denunciato alla polizia la condizione di clandestinità degli stranieri. Una segnalazione, dovuta probabilmente a motivi di gelosia nei confronti del kosovaro Morina (il quale, pur sentimentalmente legato alla Di Tullio sembra intrattenesse con lui una relazione omosessuale, che gli era costata la vita. I tre, vistisi scoperti e costretti dunque ad abbandonare il territorio nazionale, si sarebbero vendicati tagliando la gola all’uomo che dopo averli ospitati li aveva traditi. E' stato un biglietto trovato nell'abitazione di via Dei Molini, che recitava testualmente “Mi hai dato foglio di via dall’Italia per dieci anni, un bacio Davide” (evidente testimonianza della stretta confidenza tra vittima e omicida) a orientare le indagini verso Tafa, subito sospettato dalla Squadra Mobile di Perugia e dagli uomini del Commissariato di Foligno. Solo ieri, dopo una serie di contraddizioni emerse nel corso delle deposizioni, il pubblico ministero, avvalendosi della perizia calligrafica di un esperto che ha confermato che l’autore del biglietto era proprio Tafa, ha modificato il capo d’imputazione contestando allo straniero anche l’omicidio. Un provvedimento che ha fatto subito scattare l'ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita ieri a Monopoli.