Foligno: Rapanelli, cassa fino a giugno e poi licenziamento

Un’inutile, lenta agonia. I sindacati definiscono così la storia recente degli operai della Rapanelli. Da un anno in 40 sono in cassa integrazione, dopo la chiusura dell’azienda rilevata in extremis da una nuova società. Quattro giorni fa gli ammortizzatori sociali concessi ai 40 lavoratori in esubero sono scaduti e in un lampo si materializzato l’incubo del licenziamento. E così è. Sì perché nonostante la cassa integrazione sia stata prolungata fino a giugno 2010, poi secondo la Cgil la mobilità sarà inevitabile. A lanciare l’allarme è Carlo Manni delegato della Fiom Cgil, che da tempo insieme alle altre sigle sindacali si sta battendo per salvare 40 famiglie dall’incubo di licenziamento. “Purtroppo – dice Manni – non vediamo segnali di ripresa e tutto fa pensare che a giugno scatterà il licenziamento”. “Questa – aggiunge il delegato della Fiom Cgil – è solo una lenta agonia e oltre il danno c’è la beffa, perché da ben 3 mesi gli operai della Rapanelli non ricevono l’assegno della cassa integrazione”. Un ritardo dovuto a motivi burocratici, che però pesa sulle tasche dei cassa integrati, già costretti a vivere con 800 euro al mese. Tra gli altri problemi della vecchia Rapanelli poi c’è la latitanza della nuova proprietà, che aveva rilevato l’azienda folignate con la promessa di reintrodurre almeno metà dei cassa integrati. Una promessa non mantenuta secondo i sindacati: la nuova azienda, guidata dall’imprenditore di Umbertide Lorenzo Medici, ad oggi si sarebbe infatti limitata a far tornare subito a lavoro soltanto gli operai del reparto assemblaggio: i 35 dipendenti non in cassa integrazione. E la situazione non sembra destinata a migliorare.