Foligno: ferrovie, i sindacati sul piede di guerra

I sindacati del trasporto pubblico su rotaia sono sul piede di guerra: chiedono la firma del contratto di servizio per non legittimare la Regione Marche a fare la parte del leone nell'assegnazione di personale e mezzi. La firma dovrebbe avvenire il prossimo 4 gennaio con l'assessore regionale alle infrastrutture e politiche per la mobilità e il trasporto Giuseppe Mascio. Forse sarà presente anche l'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti. ''Se saremo delusi ancora una volta allora si andrà allo sciopero. L'Umbria deve gestire i suoi servizi - hanno detto oggi in una conferenza stampa Alessandro Emili e Sergio Lombardi della Uil trasporti, Stefano Della Vedova della Fast ferrovia umbra, Marco Bizzarri di Filt Cgil, Bruno Falcinelli e Gianni Martifagni della Fit-Cisl - perchè non vogliamo perdere altri posti di lavoro. Tra macchinisti e capo treni abbiamo raggiunto il minimo storico con 100 persone, mentre nelle Marche sono più di 200. Se toglieranno la produzione all'Umbria, le Marche avranno più linee trasversali a discapito della qualità e della sicurezza per l'Umbria. Allo stato attuale non possiamo soddisfare le esigenze dei pendolari per servizi e orari, perchè tutto dipende solo ed esclusivamente da Ancona. Speriamo che in questa fase la Regione Umbria sia nostra alleata, perchè la mancata firma del pacchetto per la direzione della produzione potrebbe avere conseguenze pesanti''. Insomma per i sindacati la direzione della produzione è una priorità, non solo per i servizi ma anche la manutenzione corrente dei locomotori, perchè si potrebbe aprire una linea preferenziale presso le officine OGR di Foligno, anzichè dirottare tutto il lavoro nelle Marche che oltretutto hanno pure una certa difficoltà e quindi, secondo i sindacati, ''possono esserci ricadute sulla qualità del lavoro. Non è una guerra di campanile - hanno detto - ma il giusto riconoscimento per livellare il servizio che adesso è totalmente sbilanciato''. Se dovesse saltare la firma c'è anche il rischio che i lavoratori delle ferrovie Umbria debbano fare i ''pendolari'' nelle Marche. ''Chiediamo l'autonomia gestionale - hanno concluso i sindacati - perchè noi umbri paghiamo per mantenere le carrozze nelle Marche. Se si dovesse fermare un treno ad Assisi- hanno detto - bisognerebbe attendere 2 ore per farlo ripartire, perchè dovremo attivare l'iter burocratico ad Ancona. Eppure, i soldi degli utenti entrano attraverso le linee Foligno-Roma e Foligno-Firenze''.