Foligno: pestato per un rigore negato

Era il 18 aprile del 2004 quando subito dopo la partita Valtopina-Vigor Foligno due spettatori avevano aggredito un giocatore, reo, a dir loro, di comportamento scorretto in campo. C’era stato, sembrerebbe, un rigore negato, motivo sufficiente per accanirsi contro uno degli undici giocatori della squadra avversaria. Un pestaggio bell’e buono a suon di pugni e calci nello stomaco, terminato, come prevedibile, al Pronto Soccorso del San Giovanni Battista. Un referto che parla chiaro, quello stilato dai sanitari dell’ospedale folignate. Venti giorni di prognosi cui ne erano seguiti altri settanta per un totale di novanta giorni di malattia. La vittima del pestaggio, un agente penitenziario di 22 anni, aveva poi sporto denuncia alla stazione dei carabinieri di Trevi, indicando nomi e cognomi dei suoi presunti aggressori. Una vicenda che, oggi, dopo l’uccisione a Catania dell’agente Filippo Raciti, torna di scottante attualità. Anche perché tutti e tre (i due aggressori e la vittima) dovranno comparire nell’aula di giustizia dell’Ufficio del Giudice di Pace di Foligno dove per il 13 febbraio è stata fissata la prima udienza dibattimentale del processo istruito a carico dei due tifosi. Il capo d’imputazione parla di lesioni personali, reato del quale dovranno rispondere di fronte al magistrato folignate. Sempre che, come nell’aria, non si decida per la remissione delle querele a fronte di una transazione economica. Resta il fatto che secondo la perizia medico legale di parte l’agente penitenziario aggredito avrebbe riportato ben dodici punti di invalidità permanente. Una storiaccia, insomma, come lo sono sempre le storie di calcio che con il pallone hanno poco a che vedere.