Il lavoro, l'immigrazione con la relativa integrazione, la ricostruzione dopo il terremoto nel centro Italia. Sono stati i temi di questo 4 ottobre celebrato ad Assisi, festa di san Francesco patrono d'Italia, momento di ricordo a 20 anni dal sisma che scovonlse Umbria e Marche. Alla Basilica Superiore di San Francesco, ospiti del custode del sacro Convento padre Mauro Gambetti, il premier Paolo Gentiloni accompagnato dal ministro Valeria Fedeli. Con lui la presidente della Regione Catiuscia Marini, Giovanni Toti governatore della Liguria, regione che quest'anno offriva l'olio per la lampada sulla tomba del Santo, e il Prefetto Raffaele Cannizzaro. Ad officiare la messa il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo metropolita di Genova che per primo nella sua omelia ha toccato i temi del lavoro e dell'immigrazione, temi che sono stati al centro del discorso alla Nazione fatto da Gentiloni dalla Loggetta del Sacro Convento. Il premier ha ricordato l'esempio di Francesco in visita al Sultano. "Francesco – ha detto – ci insegnò che solo con il dialogo, costruendo ponti, si abbatte il muro dell' intolleranza, dell' incomprensione". Quindi il monito all'Unione Europea:"In Africa si gioca il futuro dell'Europa e investendo in Africa si affrontano le cause profonde dell' immigrazione". Quanto al lavoro:"Non c'è dignità umana senza lavoro – ha detto il premier - È l'insegnamento di S.Francesco che ha lasciato scritti proprio sulle sfide del lavoro. Noi siamo riusciti a recuperare buona parte dei posti di lavoro persi durante la crisi, ma sappiamo che c'è molto da fare". Infine l'appello alle popolazioni terremotate:"Qui dall''Umbria, dalla Basilica che fu ricostruita e rappresenta un simbolo di grande speranza lancio un messaggio alle popolazioni di Abruzzo, Marche, Lazio: siamo con voi, lo siamo stati nell'emergenza e lo saremo nella ricostruzione". Nel corso della mattinata il sindaco di genova Marco Bucci ha donato l'olio per la lampada votiva sulla tombda di Sna Francesco, il prossimo anno la Regione ospite sarà la Campania.