Un’interrogazione al ministro della Giustizia, Angelino Alfano, per conoscere tempi e modi dell’annunciata riforma delle circoscrizioni giudiziarie a livello nazionale o, in sua assenza, le modalità della riorganizzazione e ottimizzazione della giustizia in Umbria, con riferimento particolare alle sedi distaccate. “Lo stato del sistema giudiziario umbro ha raggiunto una condizione di difficoltà, in relazione alla mancanza di giudici, magistrati e personale giudiziario nelle varie sedi distaccate di Terni e Perugia. Realtà come Gubbio, Città di Castello, Todi, Orvieto, Spoleto, sono a rischio soppressione e lamentano carenze di organico e di efficienza preoccupanti. La mia vuole essere un’interrogazione a tutto campo: lo scorso 13 gennaio, infatti, il plenum del Csm ha chiesto al ministro di procedere alla ‘non più procrastinabile, revisione delle circoscrizioni giudiziarie’, cioè di cambiare la dislocazione dei tribunali sul territorio, riforma che avrebbe ricadute importanti per l’intera regione”. L'intervento ritenuto ottimale dal Csm, infatti, è stato individuato nella soppressione e nell'accorpamento dei piccoli tribunali, ritenuti “inevitabilmente disfunzionali perché non in grado di assicurare una tempestiva risposta di qualità alla domanda di giustizia”; ravvisando invece nella presenza di un numero minimo compreso tra i 20 e i 40 magistrati il parametro minimo di efficienza. “E’ pertanto necessario sapere quale sarà la sorte dei sedi giudiziarie delle città umbre, dal momento che una loro soppressione avrebbe effetti non secondari sul tessuto economico-sociale e sui cittadini, anche in ragione della geografia dell’Umbria. Proprio la particolarità della realtà locale, con grandi bacini territoriali e demografici che distano dalle sedi centrali di Terni e Perugia, impone un’attenta riflessione sui tempi e i modi della riforma e una mediazione tra gli interessi degli organi giudiziari e quelli del territorio; penso solo alle difficoltà per gli avvocati, e per i costi sostenuti dai loro clienti, derivanti dalla soppressione di tutti i tribunali nell’alta Umbria, dove un bacino di più di centomila persone dovrebbe far riferimento esclusivamente su Perugia. Ma questa situazione – prosegue Girlanda – si presenterebbe analoga per la Valnerina o l’area dell’orvietano, soprattutto in relazione alla geografica dell’Umbria e alle sue infrastrutture. Per questo motivo, in assenza di un processo riformatore nel breve periodo, è importante anche sopperire alle carenze degli organici per evitare disfunzioni e rallentamenti ai procedimenti tuttora in atto”.
19/04/2010 11:44
Redazione