Entusiasmante e senza intoppi, o quasi. La Festa dei Ceri Mezzani ha visto protagonisti i ragazzi, in una giornata dove fortunatamente la pioggia ha fatto soltanto capolino durante la Mostra. Una giornata che quest’anno, a sole 72 ore dal 15 maggio, ha rappresentato una sorta di gradevole prosecuzione della Festa, con l’aggiunta di quel pizzico di incoscienza tipico dei ceraioli più giovani. Un’incoscienza che a volte può portare ad “incertezze” più o meno gravi, come per esempio quella del Cero di Sant’Ubaldo all’uscita dalle tre Birate della mattina quando si era già in via XX Settembre, incertezze che però non scalfiscono minimamente la voglia di questi ragazzi di arrivare un giorno alla stanga più prestigiosa. Già dalle prime ore dell’alba ci sono stati momenti di grande emozione, con la sveglia dei Capodieci, Matteo Vinti per il Cero di Sant’Ubaldo, Matteo Gaggioli Santini per San Giorgio e Filippo Fumaria per Sant’Antonio. Questi ultimi hanno vissuto insieme questo frangente suggestivo, essendo cresciuti entrambi nello storico quartiere di Santa Lucia. Poi la mattinata si è sviluppata secondo copione, con la Processione dei Santi, la Sfilata dei ceraioli e l’Alzata, alle 11,15. In quest’ultimo aspetto probabilmente la differenza più grande con il 15 maggio, dove i Ceri hanno raggiunto la posizione verticale soltanto intorno alle 12,45. Dopo le Birate, le tre macchine di legno si sono divise per la Mostra, occasione per rendere il giusto omaggio ai vecchi ceraioli, anche se leggermente “guastata” dalla pioggia caduta abbondantemente fino alle prime ore del pomeriggio. Alle 18, è partita la folle Corsa da via Dante, meglio nota come “Calata dei Neri”. I Ceri sono poi sfrecciati lungo corso Garibaldi, ad un ritmo incredibile, a testimonianza della passione e del coraggio che questi giovani dimostrano di possedere. Particolarmente toccante anche il momento delle Birate della sera, con Sant’Ubaldo, San Giorgio e Sant’Antonio a girare perfetti con il suono maestoso del “Campanone” a rendere lo spettacolo ancor più suggestivo. Da qui i Ceri hanno percorso via XX Settembre per poi iniziare la loro ascesa verso Monte Ingino. Un’ascesa davvero splendida, anche se Sant’Ubaldo è incorso in una piccola penduta prima della curva della Terza Cappelluccia, punto che giovedì scorso era stato fatale. Il Cero del Santo Patrono è riuscito a chiudere però abbastanza agevolmente la Porta della Basilica. Poi, non senza qualche polemica, il Cero è stato “scavijato”, ovvero staccato dalla barella, e solo dopo il suo ingresso all’interno della Chiesa, sono entrati San Giorgio e Sant’Antonio.
Un epilogo forse non condiviso da tutti, ma che non attenua di nulla la genuinità di questi ragazzi nel loro omaggio al Santo Patrono.
19/05/2008 10:36
Redazione