E’ uscito tra gli applausi il feretro di monsignor Don Giancarlo Anderlini da quella chiesa, la cattedrale di San Benedetto di Gualdo Tadino, che per decenni aveva retto come parroco dell’omonima parrocchia. Ieri i funerali di questo sacerdote ( nella foto ritratto con l'ex sindaco Scassellati) , scomparso all’età di 81 anni dopo una vita spesa per il servizio a Dio, lui che aveva vestito l’abito talare appena ventenne e che, dopo i primi anni trascorsi come parroco nelle Marche nella vicina Marischio, quindi a Nocera Umbra, era tornato nella sua Gualdo , a Nasciano e Piagge prima , alla parrocchia di San Benedetto dal 1982 in poi.
“Una figura storica della città - ha detto di lui nel corso della cerimonia funebre il sindaco Roberto Morroni - educatore di generazioni di gualdesi nel suo ruolo di insegnante presso il liceo Casimiri”, attività che, tra gli altri meriti, gli era valsa nel 2008 il premio Beato Angelo.
“Parroco che ha vissuto con convinzione la sua missione – ha affermato, in rappresentanza della comunità pastorale, Carlo Catanossi – uno di quelli che univa al vivo senso pratico organizzativo, un’infaticabile volontà di essere presente ovunque ce ne fosse bisogno e che nel culto per il bello, dai paramenti sacri alla cura delle chiese, esprimeva la sua devozione verso Dio”.
A Don Giancarlo Anderlini, infatti, la città deve la conservazione e il restauro di alcuni dei suoi gioielli migliori, dalle chiese di San Donato e San Benedetto al primo intervento su Santa Maria dei Raccomandati.
Una cerimonia funebre, la sua, officiata dal vescovo Domenico Sorrentino , con accanto l’emerito Sergio Goretti e tutti i sacerdoti della vicaria , per anni retta da Don Giancarlo Anderlini.
Quest’uomo, dal carattere deciso e spirito caparbio, non immune da critica negli anni per la gestione di situazioni difficili, dal recupero al culto della chiesa di san Francesco alla vicenda della scissione in seno alla Confraternita della Trinità, lascia l’esempio di una vita spesa fino infondo per la città e i suoi cittadini , lui che di nascita era eugubino e che pur fu gualdese tra i gualdesi. Della città amò le sue tradizioni, quelle vecchie, come la Processione del Venerdì Santo, come quelle nuove, come i Giochi delle Porte, di cui per anni benedì dal palco della domenica gli eventi ; fu soprattutto devoto convinto del patrono Beato Angelo di cui ha contribuito a preservare e diffondere il culto tra le generazioni .
02/05/2012 12:11
Redazione