Rispetto del protocollo d’intesa sottoscritto da Regione, Asl 1 e Comune di Gualdo; ritiro immediato del provvedimento di chiusura delle urgenze nell’arco feriale della settimana presso la chirurgia del Calai; integrazione del Pal, il piano attuativo locale; consolidamento dei reparti di eccellenza del Calai. Alla fine, dopo un consiglio comunale richiesto dalle minoranze e presenziato da numerosi operatori dell’ospedale, è passato questo ordine del giorno presentato dal sindaco e dalla maggioranza e di fatto affine a quello scritto da Forza Italia, An e “Il Nuovo Rosone”, fatta eccezione che quest’ultimi avevano richiesto l’istituzione di una commissione di garanzia per vigilare sul futuro del Calai.
La seconda parte della seduta consiliare, che in prima istanza si era occupata dell’Easp, si era aperta con la relazione di Roberto Morroni ( FI ) che accusava il sindaco di leggerezza per non aver saputo prevenire la chiusura delle urgenze presso la chirurgia, non vigilando sul rispetto del protocollo d’intesa. Cassetta e Pennacchioli dei Ds davano quindi lettura di un documento in cui si richiamava il consiglio a ragionare in termini comprensoriali: in sostanza, no alla difesa ad oltranza dei servizi, no alle barricate, ma apertura al dialogo in vista dell’ospedale di Branca. Concetto ribadito dall’assessore diessino Cambiotti che ha anche portato sul tappeto della discussione il problema dei dipendenti: “ Tra due anni, unendo gli ospedali di Gubbio e Gualdo, ci troveremo di fronte a 180 esuberi, meglio affrontare il problema integrazione fin da adesso”. Le affermazioni dei tre diessini sono state il fuori programma di un consiglio dove tutti alla fine si sarebbero trovati d’accordo sul da farsi. Risposte risentite sono giunte non solo dalla minoranza, ma anche dalla maggioranza, con commenti preoccupati del pubblico presente in sala che teme, con il ridimensionamento del Calai, per il proprio posto di lavoro. La maggioranza è sembrata spaccarsi quando a prendere la parola è stato il vice sindaco Lucia Cappelletti di Rifondazione che ha risposto ai colleghi diessini sottolineando che il concetto di comprensorio non può andare a discapito del protocollo d’intesa in cui Asl e Regione si impegnavano a lasciare inalterati servizi e personale del Calai in attesa di Branca. “ L’integrazione e lo scambio di servizi deve essere bilaterale – spiega – da Gualdo a Gubbio, ma anche da Gubbio a Gualdo”, concetto condiviso da Matarazzi della Margherita che dai banchi dell’opposizione lanciava l’allarme anche per l’angiografia, pediatria, riabilitazione ma soprattutto la cardiologia, le eccellenze del Calai. Per questi reparti non vengono nominati medici: Gubbio, dice Matarazzi, paga un borsista per l’emodinamica piuttosto che far venire i pazienti a Gualdo, Città di Castello invia i suoi pazienti ad Arezzo per esami che al Calai sono di routine. Rogo di An, intanto, si godeva lo spettacolo di una maggioranza che mostrava qualche debacle: “ In sostanza – dice –oggi i Ds, in contrapposizione con Rifondazione, ci dicono che il protocollo d’intesa è carta straccia”. Ci ha messo una pezza il capogruppo diessino Recchioni: “ Nessuno di noi ha affermato questo, rispettiamo il protocollo a tal punto che se il provvedimento per la chirurgia non verrà revocato andremo dall’assessore regionale Rosi e faremo sentire la nostra voce”. Per la cronaca, ieri era martedì 12 , il provvedimento è attivo dal primo luglio
13/07/2005 12:33
Redazione