L'omaggio al cimitero per ricordare i ceraioli defunti, quindi al mausoleo per commemorare le vittime del 22 giugno 1944, eppoi appuntamento il pomeriggio in Piazza Grande per la benedizione del vescovo alla città. Sarà questo il 15 maggio prossimo venturo, in linea con quanto avvenuto già nel 2020. Il programma lo ha illustrato il sindaco Filippo Stirati, ospite della trasmissione di Trg Link mercoledì sera, sottolineando che quest'anno la volontà è quella di non chiudere tutto, di lasciare possibilità di accesso ai luoghi delle cerimonie, nel rispetto delle norme anti Covid e confidando nel senso di responsabilità degli eugubini.Dopo la benedizione in Piazza Grande, non ci sarà, come nel 2020, l'ascesa al monte del vescovo e del cappellano, mentre alle 19 ci sarà l'immancabile sonata del campanone seguita dall'accensione delle luminarie. Il 16 maggio due le celebrazioni principali quella in cattedrale alle ore 11.15 e quella in basilica nel pomeriggio alle ore 17, anche in questo caso accessibili ai fedeli nel rispetto delle norme anti Covid, con la sola opzione della prenotazione obbligatoria per la funzione della mattina. Gubbio, insomma, cala di nuovo il programma del 2020 , quello che pensava non avrebbe mai più usato, quello che sperava non avrebbe mai più visto e che invece per il secondo anno cosnecutivo è costretta a seguire. Niente alzata, niente corsa, niente festa, solo i riti di omaggio canonici e dall'alto valore simbolico . Per capitani e capodieci sarà il giorno più difficile da vivere, quello che auspicano possa passare il più in fretta possibile. La situazione attuale non consente ancora di allontanare lo sguardo e spiare verso settembre quando l'11 del mese è indicata da molti come data in cui celebrare i ceri 2021: lo ha detto il sindaco Stirati ricordando che prima debbono esserci le condizioni sanitarie, quindi la volontà popolare. E il 2022? Il Ceri prima e dopo pandemia secondo i presidenti della famiglie ceraiole saranno gli stessi perchè una festa identitaria non teme gli inciampi della storia e quando li incontra sa gestirli, come avvenne nel 2018 quando l'ordinanza Gabrielli per i grandi eventi impose piani di sicurezza stringenti, ma non riuscì a snaturare la festa che si oppose ai tornelli contapersone. Ci riuscirà il Covid?