Gubbio: Ceri, l'emozione dei Mezzani

E’ stata una festa esaltante, caratterizzata da mille emozioni, vissute con l’intensità che probabilmente solo i ragazzi sono capaci di offrire. I Ceri mezzani hanno dominato la città per tutta la giornata, trascinati dall’entusiasmo dei giovani ceraioli. Giornata che ha seguito ovviamente l’iter del 15 maggio, iniziata sin dalle prime ore del mattino, con la sveglia ai Capitani – Luigi Sparvoli e Riccardo Vispi – e ai Capodieci, Andrea Rosini per Sant’Ubaldo, Marco Calzuola per San Giorgio e Giorgio Rossi per Sant’Antonio; poi la Processione dei Santi e la sfilata dei ceraioli, fino all’Alzata in una piazza Grande stracolma di gente, incoraggiata anche dalla bella giornata di sole. Dopo l’Alzata le tre Birate hanno completato il cerimoniale mattutino, proseguito poi con la Mostra, uno dei momenti più significativi della Festa, dove emergono i valori più belli e importanti della manifestazione, con gli inchini ai vecchi ceraioli che magari non possono più partecipare attivamente all’evento. Alle 18, successivamente al preambolo dell’Alzatella, è partita la Corsa vera e propria, perfetta nella sua prima parte, con una Calata dei Neri assolutamente frenetica ed esaltante, un Corso imperiale per tutti i tre Ceri e una discesa dei Meli senza alcun intoppo. Diverso il discorso per quanto riguarda il secondo pezzo, dalla Calata dei Ferranti a via dei Consoli, con il cero di San Giorgio, “vittima” di una grave incertezza nel quartiere di San Martino, poco prima della curva. Esaltanti le tre Birate della sera, con Sant’Ubaldo che è riuscito a distanziare in maniera evidente il cero di San Giorgio, tallonato anche da Sant’Antonio; poi l’ascesa verso il monte Ingino, ascesa che ha visto la caduta proprio del Cero di Sant’Antonio all’altezza della terza Cappelluccia, caduta che però non ha influito minimamente sul morale dei giovani ceraioli. Per quanto concerne la Basilica, i giovani Santubaldari sono riusciti a chiudere il portone, anticipando l’arrivo di San Giorgio.