Gubbio, Maurizio Diana tra giochi di luce e gocce di colore

Si chiama “Figurazione illuminata” con un provocatorio sottotitolo, “Gli orizzonti e le televisioni monotone”. E' il titolo della mostra di Maurizio Diana inaugurata ieri alla Galleria della Porta di corso Garibaldi. Una rassegna di dipinti dalla tecnica originale, forgiata in oltre 25 anni di attività dall'autore che con Gubbio ha un legame personale e profondo: l'amicizia con il compianto Beniamino Cecchini, venuto a mancare da poche settimane e a cui Diana ha voluto dedicare l'intera esposizione. Raccontando anzi l'aneddoto per il quale fu proprio Cecchini ad offrirgli uno spazio in Corso Garibaldi nel quale trascorrere oziosi pomeriggi estivi, alla fine degli anni Ottanta, nei quali Maurizio Diana iniziò a dilettarsi nella pittura. Da allora ne è nato un percorso artistico interessante e molto apprezzato dalla critica nazionale e internazionale, tanto che oggi Diana lavora tra Roma, Parigi e la Liguria, con mostre che nel 2015 lo hanno visto presente tra gli altri, ad Artexpo di Barcellona, Berlino, Venezia e Bologna. Le opere di Maurizio Diana giocano quasi ironicamente con la luce, offrendo la suggestione di un movimento tra le gocce di colore grondanti, che si nota solo con l'attento sguardo concesso dal tempo. La luce – spiega l'autore – è l'elemento che sostiene la separazione fisica e ideale tra la composizione pittorica e il luogo reale in cui viene formata l'immagine, una tela o un plexiglass. Una tecnica, detta Figurazione Illuminata, che dopo le prime esperienze, l'artista romano ha iniziato a sviluppare proprio a Gubbio in quel 1987. Tra le opere esposte a Gubbio anche tre quadri dedicati all'immagine di ognuno dei santi dei Ceri, con un contorno grondante che esprime plasticamente la forza, l'energia e l'attaccamento della gente eugubina alle proprie tradizioni. La mostra rimarra' aperta fino al 5 settembre tutti i giorni dalle 11 alle 13 e dalle 17,30 alle 20.