Un intervento non solo come cittadino ma soprattutto come eugubino nato e cresciuto nel centro storico. E in particolare, in quello spicchio di centro nevralgico che e' il quartiere di S.Martino.
Ennio Palazzari, candidato sindaco del Pd, interviene con un'ampia nota, sul futuro del quartiere dinS.Martino, dopo l'appello lanciato dall'associazione di quartiere e dai commercianti che - paventando anche l'addio della farmacia di piazza Giordano Bruno (l'ultima privata rimasta dentro le mura) - temono nel degrado definitivo del quartiere.
"Confesso che leggendo il comunicato dell’Associazione, ho provato una forte nostalgia, ma anche un richiamo duro, quasi una frustata da parte di chi come me assiste quotidianamente ad un ulteriore impoverimento di quel quartiere che attribuisce orgoglio ai suoi abitanti ed una fortissima, se non unica, identità di appartenenza - scrive Palazzari - Proprio perché le sento sulla mia pelle, non posso che condividere totalmente, le considerazioni, i richiami appassionati e reali, l’allarme per la situazione del quartiere, che è specchio esemplare delle condizioni in cui versa l’intero centro storico.
Il concetto è quello di rivitalizzarlo: la gente, gli artigiani, i negozi con la grande distribuzione se ne sono andati da tempo. Tutto ciò, compresa la residenza soffre di un gap tecnologico e di servizi che negli anni ha creato zone di espansione fuori dalle mura.
Sembra ormai che il Centro storico sia condannato a sopravvivere di eventi e di turisti /visitatori. Destinato a diventare un presepe vivente, meno bello e certamente meno suggestivo di quello che, sempre a S.Martino, ogni anno viene sapientemente realizzato. Riportare residenza, attività e in una parola, vivibilità sembra difficile se non impossibile. Ma dobbiamo provarci - aggiunge Palazzari - Potremmo studiare mille ricette, ascoltare decine di esperti. Resta il fatto che il centro storico deve essere un luogo bello da vivere; le sue vie, le sue piazze devono tornare ad essere un’estensione delle abitazioni che si affacciano su di esse.
La sua bellezza oggi non è curata, sta deteriorandosi, è troppo trascurata, è un capolavoro che si va disfacendo. Le strade portano i segni di una continua politica di emergenza, portata avanti da anni, anzi da decenni: oggi c'è la crisi, le casse comunali sono asfittiche, ma anche quando non era così, la politica per il centro storico è stata caratterizzata da interventi privi di programmazione, parziali (pavimentazioni sul Corso che si rinnovano di anno in anno), inappropriati (catrame o breccia su molti vicoli e vie del centro), caratterizzati da trascuratezza evidente (la stessa differenziata dei rifiuti è sempre rimasta affidata alla buona volontà del cittadino, senza controlli e verifiche).
Il centro storico non è ben servito da parcheggi: da stendere un velo pietoso sui casi di San Pietro e della Funivia (quello sotterraneo è ancora chiuso) o anche sulla mancata ultimazione di quello dell'ex seminario (continuamente allagato), è necessario pensare anche ad una mobilità alternativa soprattutto per la parte monumentale".
Tornando a parlare del suo quartiere, pero, Palazzari richiama un progetto in particolare per il rilancio di San Martino: la Lumsa.
"Tra tante idee, una però è importante per il futuro e la vivibilità della nostra città e soprattutto per il Quartiere di San Martino. Recuperare il progetto Lumsa, non solo per la sua indubbia valenza culturale ma anche perchè deve rappresentare il punto di partenza di un rilancio generale del centro storico come parte “viva e pulsante” della città.
Un'operazione che avrebbe dovuto già da tempo poggiare su 3 punti fondamentali:
1. Aumento del numero dei corsi di laurea, via via che ce ne fosse stata richiesta.
2. Master internazionali tra studenti, professori, provenienti da diverse Università in Italia e nel mondo.
3. Festival della “città ideale” con la partecipazione di importanti personaggi della cultura e dell’imprenditoria.
Ritengo che con le forme opportune, con le relazioni istituzionali necessarie, con le proposte costruttive indispensabili, sia possibile recuperare il tempo perduto e sia possibile tentare di riportare a Gubbio la Lumsa. Un'operazione non facile ma che dovrà essere solo il primo di una serie di tasselli per fare della nostra, la “Città del Sapere”.
Tutto questo non si improvvisa: chi avrà responsabilità amministrative – e sin d'ora mi assumo l'impegno di portarlo avanti come priorità – dovrà su questioni essenziali come questa, ascoltare e favorire forme di partecipazione “istituzionalizzate”. I cittadini – come dimostra la lettera dell'Associazione Quartiere di S.Martino - sanno da tempo cosa è necessario per la città.
E quello che più occorre per la ricostruzione di un tessuto sociale degno di Gubbio e eel suo centro storico è un sistema di relazioni interne ed esterne che di nuovo diano lustro, futuro, ma soprattutto speranza, alla nostra comunità".
Gubbio/Gualdo Tadino
27/02/2014 19:12
Redazione