Gubbio: acqua, bolletta salata e proteste

Lo sportello di Umbra Acque a Gubbio ieri pomeriggio apriva alle 14.30 ma a quell’ora c’erano già oltre 70 persone in fila. Quasi tutte avevano lo stesso problema: in bolletta avevano trovato da pagare il deposito cauzionale, ovvero una tassa di autotutela che Umbra Acque appone in bolletta a chi nell’ultimo biennio è stato moroso di oltre 10 giorni dalla scadenza della rata. Non è necessario essere sempre stati ritardatari nei pagamenti, basta esserlo stato anche solo una volta, magari per dimenticanza, magari perché si era in vacanza. Il problema ovviamente riguarda esclusivamente coloro che non hanno l’addebito su conto corrente. La norma sul deposito cauzionale è stata introdotta nel regolamento di gestione di Umbra Acque già nel 2009, ma mai applicata. All’epoca era estesa a tutti i titolari di normale contratto, quindi su apposita richiesta delle amministrazioni comunali di Ato 1 e Ato 2 il deposito cauzionale venne limitato ai soli morosi di oltre 10 giorni. Dopo un periodo di congelamento è stata applicata solo ora, a partire dalla bolletta in arrivo nelle case in questi giorni e tra gli utenti monta la polemica perché non manca chi dice di non essere stato mai moroso eppure destinatario in bolletta della sgradita tassa. “Per loro – assicura il presidente dell’Ato 1 il sindaco di Umbertide Giampiero Giulietti – gli enti locali assicurano sostegno per vedersi restituito quanto ingiustamente tolto. Per gli altri, il regolamento di Umbra Acque deve essere rispettato perché i ritardi di pagamento pesano sull’azienda. Ovvio che sarebbe stato meglio evitarlo, ma per il momento c’è da sperare solo che importanti novità giungano dal risultato dei referendum sull’acqua”. Parallelamente continua la battaglia di Federconsumatori che consiglia agli utenti di pagare il consumo di acqua detraendolo dalla bolletta, quindi inviare una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno a Umbra Acque e Comune di riferimento comunicando che non si intende pagare il deposito cauzionale. Federconsumatori si farà portavoce in sede legale delle loro istanze. “Non c’è garanzia di vittoria in tribunale – spiega Alessandro Petruzzi – ci sono però buone possibilità. Male che vada l’utente pagherà quel deposito dopo la sentenza del giudice”.