Con il voto favorevole dei 27 consiglieri in aula (non hanno partecipato al voto Monacelli, Udc, e Cirignoni, Lega Nord) l'assemblea regionale di Palazzo Cesaroni ha approvato stamani la proposta di legge che riconosce la Festa dei Ceri di Gubbio come ''espressione culturale dell'identità regionale'', una ''tradizione'' che tramanda ''senza interruzioni fin dall'antichità, di generazione in generazione, l'insieme dei valori storici e culturali che sono riconosciuti dalla Regione Umbria come fondanti l'identità regionale''. Con questa legge la Festa dei Ceri viene ben distinta, dunque, dalle ''rievocazioni storiche'' già individuate dalla legge regionale 16/2009, che sono da intendersi come rappresentazioni che, pur rispettando criteri di veridicità storica, valorizzano i prodotti tipici e le capacità turistiche, aggregative e gestionali delle comunità. In aula, il proponente della legge e relatore unico, Andrea Smacchi (Pd) ha tra l'altro ricordato che nel 1973 fu stabilito che lo stemma della Regione Umbria raffigurasse proprio i Ceri di Gubbio. Inoltre ha ribadito come sia ormai avviato il per far riconoscere, in altra sede, la Festa dei Ceri come ''bene immateriale'' dell'Unesco. Molti gli interventi prima del voto. Orfeo Goracci ha detto che la legge approvata oggi ''deve servire da ulteriore stimolo per ritornare sulla legge 17 del '92, che prevedeva di insediare a Gubbio l'Istituto per lo studio, la tutela e la valorizzazione del patrimonio folcloristico dell'Umbria''. Per Andrea Lignani Marchesani (Pdl) ''è importante ribadire che non si può garantire a nessuno, nemmeno a Gubbio, un finanziamento perpetuo, perchè le cose mutano velocemente, come la crisi economica e le successive riforme stanno evidenziando''. Franco Zaffini (Fare Italia), anche a lui a favore della legge, ha però invitato l'assemblea ad ''andare oltre il localismo e ad intraprendere decisioni che riguardino l'intera comunità regionale''. Sandra Monacelli (Udc) ha annunciato che non avrebbe partecipato al voto ''primo perchè non può una legge stabilire che in Umbria c'è una festa tradizionale più importante di altre, e secondo perchè c'è un'eccessiva semplificazione nel liquidare le altre feste e manifestazioni''. Gianluca Cirignoni (Lega Nord) ha motivato la propria non partecipazione al voto perchè, a suo parere, ''non c'è necessità di una legge aggiuntiva che tuteli e valorizzi ancor più questa manifestazione'' e la stessa legge ''sembra una sorta di 'marchetta politica' a tutto vantaggio di chi l'ha proposta e appoggiata''. L'assessore alla cultura, Fabrizio Bracco, ha volute ribadire che ''tutte le manifestazione in Umbria hanno storie antichissime, sono nate su preesistenti manifestazioni storiche, spesso documentate dagli archivi locali. Poi c'è la Festa dei Ceri, simbolo di una comunità regionale che riconosce in quell'evento un tratto caratterizzante della propria storia. Non è superiore alle altre, ma ha una sua specificità. Non è una riproposizione ma ha una continuità da secoli nella forma attuale, ed ha assunto questo significato di rilievo per la storia della regione. La legge va anche nella direzione di riprendere il discorso relativo all'Istituto per il folclore e sostenere con maggiore forza la candidatura della Corsa dei Ceri a bene immateriale Unesco. Per queste ragioni non contiene clausola valutativa, perchè il riconoscimento del suo valore è implicito'', ha concluso Bracco.
Gubbio/Gualdo Tadino
17/01/2012 16:09
Redazione