Nella crisi ci siamo dentro ma è proprio per questo che dobbiamo, tutti insieme, rimboccarci le maniche. E’ l’appello lanciato da Gianpietro Rampini, presidente della Confartigianato di Gubbio. Se infatti, nonostante le difficoltà economiche, i servizi hanno tenuto, il manifatturiero, a partire dal tessile, passando per la ceramica fino ad arrivare all’edilizia, ha subito un forte colpo. Tanto che è aumentato il ricorso alla cassa integrazione straordinaria, con numerosi dipendenti che si sono ritrovati da un giorno all’altro a casa perché in azienda non ci sono più commesse da sbrigare. Una cassa integrazione che, a differenza del passato, prevede politiche sia passive che attive, ovvero all’erogazione di contributi si aggiungono attività orientative e formative, per favorire la ricollocazione nel mercato del lavoro. Inoltre, per far fronte alla crisi, praticamente tutte le piccole imprese artigiane eugubine si sono appellate alla Cosefir, la cooperativa di garanzia di Confartigianato, che si fa garante del 50% del finanziamento chiesto alle banche, superando di fatto le difficoltà di accesso al credito. Un grande aiuto è poi arrivato dalla legge regionale sugli appalti che ha consentito alle piccole imprese edili di aggiudicarsi tramite trattativa privata appalti sotto i 500mila euro; fondamentale anche frammentare i cantiere in piccole opere così come favorire i progetti di partenariato pubblico-privato. Ma per uscire dalla crisi le parole d’ordine sono internazionalizzazione e qualità. “Le aziende hanno bisogno di aumentare la propria competitività e per farlo devono puntare su prodotti innovativi o di nicchia – ha affermato Rampini – Importante è anche volgere lo sguardo all’estero, promuovendo i prodotti al di la dei confini nazionali”. Come prevede per esempio il progetto Italia living Umbria, che ha visto 16 aziende umbre, di cui due eugubine, allestire uno showroom in California per contattare eventuali acquirenti, non solo statunitensi ma anche dell’America latina. Ma per superare le difficoltà è importante anche fare sistema, lavorare fianco a fianco, perché, come recita un vecchio ma sempre valido adagio, l’unione fa la forza, cosa che a Gubbio non avviene ancora. “Se da un lato partecipano volentieri a fiere e manifestazioni internazionali, grazie anche ai contributi stanziati dal Comune, d’altro gli artigiani, per loro natura individualisti, sono ancora restii a mettersi in rete. E, grazie anche alla vocazione turistica della città di pietra, basterebbe poco per far innamorare i turisti dei preziosi manufatti in ceramica, i raffinati ricami, le pregiate tele, tutti rigorosamente made in Gubbio.
Gubbio/Gualdo Tadino
25/03/2010 11:48
Redazione