Uno sgombero urgente disposto con ordinanza dal sindaco Stirati, da un prefabbricato fatiscente nella zona di Coppiolo, a sud di Gubbio, in un'area ceduta dal Comune alla Caritas, nei pressi dell'aratorio familiare, concessa in convenzione per la realizzazione di un progetto di accoglienza sia per famiglie e bambini, che di adulti in condizioni di fragilità.
Un provvedimento, lo sgombero, assunto per esigenze di salute pubblica che ha scatenato la protesta del diretto interessato, l'eugubino Bruno Cerbella, che da tempo vive in questa struttura. E da almeno 3 anni il caso si trascinava, con segnalazioni della Usl al Comune, senza che venisse presa alcuna decisione, né per una soluzione abitativa definitiva, né per la risoluzione della situazione.
L'ordinanza di sgombero è stata firmata il 13 agosto scorso per motivi igienico-sanitari. Secondo il provvedimento, la struttura presenta “una piccola tettoia in eternit a copertura dell'ingresso, peraltro danneggiata con possibile rilascio di fibre di amianto, con a lato tre recinti posticci con altrettanti cani”. A poca distanza dal
prefabbricato ve ne sono altri due in pessimo stato di manutenzione - riporta ancora l'ordinanza - chiusi con lucchetto, che la Caritas è stata autorizzata dalla Regione a demolire e smaltire.
L'uomo, attraverso il suo legale, l'avv. Francesco Gagliardi, ha fatto sapere di non volersi muovere e ha presentato querela contro Comune, Caritas e Usl per abuso d'ufficio e omissione d'atti d'ufficio: era previsto che gli venisse garantita una sistemazione alternativa prima di qualunque sgombero – afferma il suo legale.
Da un lato dunque il cittadino che rivendica una soluzione abitativa alternativa, contestando che nell'ordinanza del sindaco non vi sia indicazione in tal senso, ricadendo sulla Caritas l'onere di provvedervi, e si contestano i motivi dell'urgenza. Dall'altra il Comune replica evidenziando che tramite i servizi sociali e in stretta collaborazione con la Caritas, siano state prospettate in più occasioni all’occupante soluzione abitative alternative, sempre rifiutate.
Ora il caso prende le vie legali, con l'avv. Gagliardi che minaccia di impugnare l'ordinanza e di ricorrere fino al TAR, pur di ottenere una soluzione dignitosa per il suo assistito. E non mancano reazioni politiche, con la Lega, che chiede l'immediato ritiro del provvedimento di sgombero e definisce “paradossale e inammissibile che dove si fa accoglienza a stranieri si butti in mezzo ad una strada un cittadino eugubino senza aver trovato una soluzione alternativa”.
Uno sgombero urgente disposto con ordinanza dal sindaco Stirati, da un prefabbricato fatiscente nella zona di Coppiolo, a sud di Gubbio, in un'area ceduta dal Comune alla Caritas, nei pressi dell'aratorio familiare, concessa in convenzione per la realizzazione di un progetto di accoglienza sia per famiglie e bambini, che di adulti in condizioni di fragilità.
Un provvedimento, lo sgombero, assunto per esigenze di salute pubblica che ha scatenato la protesta del diretto interessato, l'eugubino Bruno Cerbella, che da tempo vive in questa struttura. E da almeno 3 anni il caso si trascinava, con segnalazioni della Usl al Comune, senza che venisse presa alcuna decisione, né per una soluzione abitativa definitiva, né per la risoluzione della situazione.
L'ordinanza di sgombero è stata firmata il 13 agosto scorso per motivi igienico-sanitari. Secondo il provvedimento, la struttura presenta “una piccola tettoia in eternit a copertura dell'ingresso, peraltro danneggiata con possibile rilascio di fibre di amianto, con a lato tre recinti posticci con altrettanti cani”. A poca distanza dal
prefabbricato ve ne sono altri due in pessimo stato di manutenzione - riporta ancora l'ordinanza - chiusi con lucchetto, che la Caritas è stata autorizzata dalla Regione a demolire e smaltire.
L'uomo, attraverso il suo legale, l'avv. Francesco Gagliardi, ha fatto sapere di non volersi muovere e ha presentato querela contro Comune, Caritas e Usl per abuso d'ufficio e omissione d'atti d'ufficio: era previsto che gli venisse garantita una sistemazione alternativa prima di qualunque sgombero – afferma il suo legale.
“Il fatto che uno di questi prefabbricati sia abitato da tempo – spiega in una nota Palazzo Pretorio - ha indotto il Comune, tramite i servizi sociali e in stretta collaborazione con la Caritas, a prospettare in più occasioni all’occupante soluzione abitative alternative, sempre rifiutate. In questo contesto, l’amministrazione comunale è tenuta ad agire per la tutela degli interessi generali compresi quelli del soggetto interessato”.
Da un lato dunque il cittadino che rivendica una soluzione abitativa alternativa, contestando che nell'ordinanza del sindaco non vi sia indicazione in tal senso, ricadendo sulla Caritas l'onere di provvedervi, e si contestano i motivi dell'urgenza. Dall'altra il Comune replica evidenziando che tramite i servizi sociali e in stretta collaborazione con la Caritas, siano state prospettate in più occasioni all’occupante soluzione abitative alternative, sempre rifiutate.
Ora il caso prende le vie legali, con l'avv. Gagliardi che minaccia di impugnare l'ordinanza e di ricorrere fino al TAR, pur di ottenere una soluzione dignitosa per il suo assistito. E non mancano reazioni politiche, con la Lega, che chiede l'immediato ritiro del provvedimento di sgombero e definisce “paradossale e inammissibile che dove si fa accoglienza a stranieri si butti in mezzo ad una strada un cittadino eugubino senza aver trovato una soluzione alternativa”.
Ma anche su questo punto l'amministrazione ribatte: “ Il nostro è un atto dovuto oltre che di forte responsabilità. Nessuno viene lasciato per strada e questo è dimostrato anche dalle nostre costanti ed efficaci politiche abitative. Riteniamo inaccettabile e vergognoso il tentativo di certa politica locale di strumentalizzare una vicenda nella quale l’amministrazione si è mossa avendo come unica finalità l’interesse per la salute pubblica”.
Gubbio/Gualdo Tadino
22/08/2019 14:48
Redazione