Sala congressi del Centro Servizi Santo Spirito gremita da tantissimi studenti del quinto anno del Liceo Mazzatinti, che hanno seguito con estremo interesse una tematica che il recente arresto del boss Messina Denaro potrebbe proiettare tra qualche mese tra gli argomenti da trattare nell'esame di maturita'. “Lotta alla mafia: cultura e azione per la legalità” era difatti il titolo dell’incontro, moderato dal giornalista Massimo Boccucci, tra il magistrato Alfonso Sabella e gli studenti eugubini alla presenza tra gli altri dell'assessore al bilancio Marco Morelli e del dirigente scolastico Maria Marinangeli.
Alfonso Sabella, agrigentino, è stato sostituto procuratore del pool antimafia di Palermo e assessore alla legalità e trasparenza al Comune di Roma con delega sul litorale di Ostia. Entrato in magistratura nel 1989, ha conosciuto l’allora procuratore aggiunto di Palermo Giovanni Falcone decidendo di impegnarsi sul fronte antimafia. Negli anni del suo impegno alla Procura di Palermo si ricordano gli arresti di tanti mafiosi di spicco, senza dimenticare il G8 di Genova del 2001 da delegato del Ministero della Giustizia, consulente della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’affare Mitrokhin per arrivare agli incarichi alla Procura di Firenze, al Tribunale di Napoli fino ad essere oggi giudice al Tribunale di Roma. Così Sabella spiega perchè è importante che soprattutto le giovani generazioni abbiano un "know how" evoluto su vicende che hanno segnato e continuano a segnare la storia del paese.
"Il nostro è un paese con scarsa memoria, - dice Sabella ai nostri microfoni - che non riesce a imparare non solo dagli errori ma nemmeno dai propri successi. Nei miei anni palermitani siamo riusciti ad ottenere risultati starordinari nella lotta alla mafia, azzerando lo stragismo corleonese e i giovani di oggi è giusto che conoscano questa storia. Oggi il problema della mafia non è sconfitto, esiste ed è giusto che le giovani generazioni abbiano gli strumenti utili per contrastare la criminalità, perchè sostengo che i giovani non sono il futuro del nostro paese, bensì il presente. La mafia è cambiata radicalmente negli anni: all'inizio della mia carriera da sostituto procuratore conviveva con lo Stato, poi la Mafia ha sfidato lo Stato per poi trattare lo Stato. Oggi purtroppo la Mafia - conclude il magistrato - ha capito che è più facile comprarsi lo Stato, usando anzichè pistole e fucili le mazzette, la corruzione per conquistare appalti pubblici e posizioni di potere all'interno dell'economia legale che oggi si scontra sempre più nell'economia illegale. Per questo spero che il Governo non indebolisca gli strumenti che abbiamo a contrasto della corruzione perchè oggi diventano centrali anche per il contrasto alla mafia".
Gubbio/Gualdo Tadino
27/01/2023 18:47
Redazione