Millecinquecento persone più un sacerdote che da due decenni le segue, le accompagna, le indirizza, vive con loro i momenti più intensi dell’anno: tanti sono i parrocchiani di Semonte per i quali il Natale si annuncia più amaro e più freddo del solito, cioè senza una parrocchia. Senza più quel punto di riferimento di ogni domenica, di ogni Natale come di ogni momento forte dell’anno. La chiesa di Semonte, a causa anche delle ricorrenti scosse di terremoto che stanno colpendo Gubbio e in particolare la zona di Semonte- Mocaiana, è stata infatti considerata inagibile, prima dai Vigili del Fuoco e poi da un’ordinanza commissariale emessa lo scorso 13 dicembre e notificata due giorni fa. Troppo pericoloso quel tetto spingente, troppo traballanti quei tabelloni che ad ogni scossa tremano, producono calcinacci, fanno preoccupare il parroco e gli abitanti di Semonte. “Era una situazione davvero troppo pericolosa – spiega don Armando Minelli – e se da un lato siamo preoccupati per la sorte della nostra chiesa e per il futuro della comunità, dall’altro ogni domenica era diventata un rischio. Un pericolo di quelli che davvero non si possono correre, specie con un’ondata sismica che sembra non volerci abbandonare”. E così, dopo la verifica dei pompieri e la conferma del commissario D’Alessandro, Semonte è rimasta senza chiesa. Chiusa, sigillata fino a data da destinarsi, con la difficile, difficilissima prospettiva della ricerca di un finanziamento per rifare il tetto pericolante. “Davvero una strada in salita – spiega ancora il parroco – perché la nostra chiesa non ha nemmeno 50 anni, e quindi non è considerata patrimonio storico, e non è da rifare in toto: due caratteristiche che rendono la strada della riapertura ancora più in salita”. E se per ora parrocchiani e don Minelli si sono trasferiti per le celebrazioni nel salone adiacente alla chiesa, l’incognita più prossima si chiama Natale: “Ad oggi – dice don Armando – non abbiamo un posto dove celebrare la Messa di mezzanotte, né quella del 25. Nel salone non c’è abbastanza spazio per tutti, e per pensare alla costruzione di una struttura alternativa è davvero troppo tardi, e servirebbero troppi soldi”. Qualche parrocchiano, un po’ scherzando e un po’ no, mette a disposizione la propria stalla. Ipotesi suggestiva, forse vicina a quello che accadde davvero quella notte di oltre duemila anni fa. Natale verrà, anche a Semonte, il 25. Di questo nessuno nutre dubbi. Ma non avrà, è certo, una chiesa pronta ad accogliere tutti.
Gubbio/Gualdo Tadino
19/12/2013 09:44
Redazione