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Gubbio: media tour in Colacem, terzo gruppo cementiero italiano

Gubbio: media tour in Colacem, terzo gruppo cementiero italiano. Porte aperte alla stampa in cementeria e in miniera per spiegare la realtà dell'azienda. Colaiacovo: "Sviluppo che si coniuga con l'ambiente".
Un incontro "inusuale ma proficuo" lo ha definito Carlo Colaicovo amministratore delegato delle cementerie Colacem quello organizzato ieri dalla società eugubina con gli organi di informazione. Un media tour per far conoscere alla stampa invitata (presenti anche le testate di economia del Tg2 e di “La sette” oltre che quelle regionali e locali) la realtà del terzo gruppo cementiero in Italia con una quota produttiva del 16%. Porte aperte dunque da parte dell’azienda presente oggi in Italia con stabilimenti a Gubbio, Caravate (Va), Canino (Vt), Rassina (Ar), Benevento, Ragusa, Modica (Rg), Acquasparta (Tr), Ravenna, Galatina (Le) e Sesto Campano (Is). Ma è dalla fine degli anni '90 che iniziano gli investimenti all'estero per diversificare e seguire una politica di globalizzazione con punti di distribuzione in Spagna e Albania, lo stabilimento della CAT a Tunisi e l'implementazione di un importante progetto cementiero a Santo Domingo. Con 1300 dipendenti, oltre 6 milioni di tonnellate di cemento prodotte complessivamente ed un fatturato in crescita che si attesta nel 2006 ad oltre 677 milioni di euro, Colacem rende noti i suoi numeri ma anche le tecnologie, il know how e l’organizzazione capillare che sono il segreto di una realtà imprenditoriale ormai internazionale. I sistemi di controllo sono oggi computerizzati e rigorosi e da orami 6 anni anche on-line per le ciminiere. Ma è di rispetto per l’ambiente che si è parlato, dell’attenzione al luogo dove le cementerie si trovano ad operare, con una filosofia dice Carlo Colaicovo “di trasparenza e di collaborazione con la comunità e con le amministrazioni politiche. Lo sforzo che noi abbiamo sempre fatto è stato quello di coniugare la crescita della nostra azienda in sintonia con i territori, con i paesaggi e con le risorse ambientali presenti.” Non a caso proprio in materia di ambiente – tema sempre caldo e delicato – Colaiacovo ha posto l’accento anche sull’autorizzazione intergrata ambientale, la cui richiesta è oggi obbligatoria per legge: “Saremo a breve in possesso dell’autorizzazione, perché la nostra azienda si è adeguata già da tempo alle prescrizioni ambientali. Dai nostri cicli produttivi, alle tecnologie da applicare – ha detto Carlo Colaiacovo – fino alle valutazioni integrate degli insediamenti sul territorio.” Nel corso del tour protrattosi per tutta la giornata l’occasione anche di vedere la miniera di S.Marco, un cantiere a cielo aperto di 40 ettari per una concessione mineraria di 140 dove l’attività di estrazione va di pari passo con l’attenzione all’ambiente. Ai metodi applicati al processo estrattivo seguono quelli di riambientamento graduale: tanto terreno viene utilizzato per l’estrazione, altrettanto è oggetto di piantumazioni con alberi e manto erboso. Le tecniche di escavazione prevedono infatti lo sviluppo dello scavo per "fette" orizzontali, che avanzano verso il basso. Il profilo finale del "fronte" di cava, modellato a gradoni progettati e realizzati secondo forme irregolari, viene reso il più possibile vicino ad una configurazione "naturale”. Una miniera che tra quindici anni sarà esaurita, (l’azienda ha già richiesto la concessione per un’altra miniera sempre nel territorio eugubino) e che nelle intenzioni sarà restituita integra sia dal punto di vista ambientale che paesaggistico. Il recupero delle caratteristiche morfologiche del terreno, il ripristino e lo sviluppo della vegetazione, costituiscono infatti elementi fondamentali nella progettazione dell'attività estrattiva.
Gubbio/Gualdo Tadino
31/03/2007 08:36
Redazione
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