E' stato presentato stamane alle ore 11 presso il Centro Servizi S. Spirito a Gubbio il libro di Raniero Regni “Educare con il lavoro” pubblicato nel 2006 dall’editore Armando. L’incontro, organizzato dalla Biblioteca Comunale Sperelliana, dalla Fondazione "G. Mazzatinti", con la collaborazione della Libreria Fotolibri, ha previsto, dopo il saluto delle autorità, gli interventi di Gianfranco Cesarini presidente Fondazione "G. Mazzatinti", Filippo Mario Stirati docente Liceo Classico, Stefano Finori docente Istituto Tecnico Commerciale. Presente l’autore Raniero Regni, docente di Pedagogia Sociale alla Università LUMSA di Roma, che ha al suo attivo varie pubblicazioni, tra le quali “Educazione e disagio della modernità”, “Evoluzione della cultura dell'educazione e scienze empiriche”, “Il bambino padre dell'uomo. Infanzia e società in Maria Montessori”, “Autonomia & empowerment. L'educazione e le nuove frontiere dell'organizzazione”, “Geopedagogia. L’educazione tra globalizzazione, tecnologia e consumo”, “Viaggio verso l’altro. Comunicazione, relazione, educazione”. Si legge nel risvolto di copertina del libro: « Il lavoro è un destino della nostra specie, in esso ci realizziamo, ma il suo degenerare in produttivismo rischia di perderci. Così suo fratello gemello, il consumismo, rischia di trasformarci in forzati dello shopping. Medicina o malattia, il lavoro riempie le nostre vite. L’autore esplora i problemi che il lavoro pone alla famiglia, e come esso si modula nelle diverse stagioni dell’esistenza, dall’infanzia all’età adulta. Mostrando anche il volto ludico, non penoso, che il lavoro possiede quando ha la forza di una vocazione. Il libro ripercorre la storia e la filosofia del lavoro in occidente, per ricercarne un senso nella società tardomoderna, ritrovandolo proprio in un educare alla vita activa capace di modellare il carattere e dare sostanza ai valori. Ne emerge così un’antropologia pedagogica del lavoro, un educare “con” il lavoro e non “al” lavoro, una rivincita dell’apprendistato, riscoprendo il senso dell’apprendere, non quello della mera occupabilità. Un lavoro considerato non come semplice mezzo per guadagnarsi da vivere ma come parte della vita stessa, con il suo piacere di fare e la soddisfazione di operare in comune.»
Gubbio/Gualdo Tadino
22/12/2006 08:35
Redazione