Gubbio, scoppia il caso Corallo

Si sa come le primedonne, nel mondo dello spettacolo e in quello del calcio in particolare, vadano costantemente coccolate e fatte sentire importanti; in questo modo, loro rispondono di conseguenza sulla scena, in questo caso sul campo, segnando a ripetizione e ascoltando compiaciuti gli applausi del proprio pubblico. Ad un certo punto però il giocattolo può rompersi; può arrivare per esempio un allenatore che mette tutti i giocatori sullo stesso piano (Torrente è in questo senso un esempio molto calzante); un giovane di belle speranze che vorrebbe giocare titolare al tuo posto (Perez); le prime partite di campionato non vanno per il verso giusto, qualche problema personale ed ecco che anche la primadonna è messa in discussione. La primadonna del Gubbio ha un nome ed un cognome, Alessandro Corallo, che da giocatore più rappresentativo sta passando sempre più ai margini dell’ambiente e della squadra. Il suo rapporto con Torrente non è mai decollato, e dopo il litigio di martedì, nel quale al bomber pugliese sarebbe scappato un “Ma chi ti credi di essere Van Gaal?”, la situazione si è fatta pressoché insostenibile. I dirigenti stanno cercando di minimizzare l’accaduto, e confidano in un recupero dei rapporti o quanto meno in una tregua armata che possa durare fino al termine della stagione. Resta il brutto segnale arrivato in un momento in cui il Gubbio tutto può permettersi tranne che di affrontare i prossimi impegni con lo spogliatoio non compatto. A questo punto il doppio impegno con Bassano e Lucchese, che già alla vigilia appariva piuttosto difficile, sta assumendo sempre più i contorni di una salita pirenaica.