Gubbio: seta e oro zecchino per il nuovo piviale di Sant'Ubaldo

L’idea è nata la sera del 15 maggio di un anno fa: realizzare un nuovo piviale per la Statua di Sant’Ubaldo, danneggiato durante la Corsa dei Ceri. Così un gruppo di studiosi e ricamatrici eugubine, legate alla locale associazione di ricamo, già dal giorno dopo si è messo al lavoro e, con l’appoggio della Diocesi e della Famiglia dei Santubaldari, è andato alla ricerca del materiale per realizzare la preziosa veste. Innanzitutto è stato effettuato un accurato studio storico della statua lignea settecentesca, dei piviali che Ubaldo Baldassini ha indossato durante la sua vita e del modo in cui era stato raffigurato nel tempo. Lo scopo non era ricopiare ciò che era già stato fatto da altri, ma saperne di più sulla vita del santo. La fase più difficile è stata però quella della ricerca del materiale più adatto per realizzare la veste. Dopo una visita alle Fonti Vaticane dall’esito negativo, il gruppo di eugubini si è rivolto ad un’azienda di Firenze che lavora ancora con il telaio a mano. “Volevamo qualcosa di ricco – hanno detto – e allo stesso tempo di unico”. Così è nata una stoffa di seta ed oro, chiamata dalla ditta fiorentina proprio “piviale di sant’Ubaldo”, un drappo unico, degno del ruolo che andava a ricoprire. Perché per Gubbio è la prima volta che si realizza ex novo il piviale del Santo Patrono. Con il telaio a mano è stato possibile fare non più di 10 centimetri al giorno: ordinati a novembre i primi due metri di stoffa sono arrivati a Natale, pronti per essere ricamati. E qui un altro enigma: individuare il disegno più adatto per la veste. Dopo aver visionato una serie di bozzetti è stato scelto quello giusto e dall’Inghilterra sono arrivati i fili di oro zecchino per il ricamo. La passamaneria, anch’essa in oro, è stata invece realizzata da una sarta fiorentina che ha un laboratorio in Tunisia ed è arrivata direttamente dall’Africa. Ora il piviale è praticamente pronto e nei primi giorni di maggio verrà presentato alla popolazione. E proprio agli eugubini gli autori della veste lanciano un appello: partecipare economicamente alle ingenti spese sostenute per realizzare un piviale di così tanto pregio degno di essere portato dal Santo Patrono.