Il numeroso pubblico che ha scelto di accogliere la proposta di “Storie di…ville e giardini” per trascorrere la domenica, ha dimostrato di apprezzare la visita guidata al Parco Ranghiasci Brancaleoni di Gubbio, sia sotto il profilo turistico che più strettamente botanico. Ha confermato il successo dei precedenti appuntamenti la visita eugubina di ieri prevista nell’ambito della rassegna turistico-culturale estiva della Provincia di Perugia. Il parco nasce come giardino all'inglese, realizzato su di un terreno scosceso all’interno della cinta muraria e caratterizzato da punti panoramici, torri medievali e viali alberati che si aprono tra il quartiere di S. Martino e la piazza Grande. Per realizzarlo furono demolite antiche costruzioni e al loro posto vennero costruiti edifici di stile neoclassico. Il grande giardino fu cominciato nel 1831 molto probabilmente anche in seguito all’arrivo a Gubbio della giovane moglie inglese di Francesco Ranghiasci, Matilde Hobhouse. Questa donna sposò a Roma nel 1827 l'allora ventisettenne Francesco. Il grande giardino offre una passeggiata pittoresca fra castagni, tigli, aceri, lecci e ippocastani. Alcuni ruderi medievali sono stati restaurati cosicché la passeggiata risulta incantevole e rievoca frammenti delle memorie cittadine. Il giardino di Villa Ranghiasci, nato dalla trasformazione degli orti medioevali cittadini, rappresenta ora un parco pubblico di notevole pregio per Gubbio. L’idea progettuale che lo ha generato fu quella di creare un balcone verde lussureggiante che dominasse la città, protendendosi fino alla piana eugubina. L’architettura del giardino si sviluppa su più livelli collegati da una serie di viali che, tornante dopo tornante, proiettano lo sguardo in scorci sempre differenti. In questo giardino, a differenza di altri, non interessava tanto la collezione di specie, quanto curare le quinte sceniche sulla città in modo tale da sorprendere lo spettatore che lo attraversava. Ancora oggi, l’attenta scelta di allora degli alberi nei viali quali l’ippocastano, il tiglio platifillo e l’acero campestre (all’epoca molto in voga) e delle piante singole come il castagno, l’acero riccio, il frassino maggiore, il leccio, la fillirea latifoglia, il ciliegio canino, gli iris di vari colori e il pungitopo, garantisce suggestioni diverse in qualsiasi periodo dell’anno. L’evento di domenica è stato arricchito da intrattenimenti teatrali e musicali a cura del Centro Universitario Teatrale e del Conservatorio di Musica di Perugia, “Pene d’amor …... perdute”, incursioni teatrali e musicali. “Dopo il recupero degli scorsi anni da parte della Provincia di questo pregevole patrimonio architettonico – ha sottolineato l’assessore provinciale Pier Luigi Neri presente a Gubbio – è stato possibile dar vita ad un evento unico che alla fruizione del bene coniuga l’opportunità di assistere ad uno spettacolo culturale di grande interesse. “Storie di …ville e giardini” è una manifestazione che dà modo a contenitori provati poco noti di trasformarsi in spazi godibili da tutti”. Il ciclo di visite guidate, gratuite, proseguirà fino a settembre, con una serie di appuntamenti settimanali.