Il futuro dell’ospedale Calai, la fusione delle farmacie pubbliche e privata, i conti rossi dell’Esa – la società di gestione dei rifiuti - e dell’Easp - la casa per gli anziani - le concessioni di acqua per la Rocchetta spa, il mancato parco eolico. Questi alcuni dei temi trattati dai gruppi consiliari di Forza Italia e Alleanza Nazionale nella loro conferenza stampa a un anno dal voto elettorale che ha incoronato Angelo Scassellati e la sua giunta alla guida della città. Un operato, quello del sindaco, definito da Fi e An “pasticcione” ed “arrogante”, dove non c’è stato spazio né per il confronto con le opposizioni né - e questo il grave per Roberto Morroni - con i cittadini. La questione sanità ha portato in sala consiliare alcuni di questi cittadini, ma anche operatori sanitari preoccupati per il futuro del Calai. “ Chiederemo un consiglio comunale sul mancato rispetto degli accordi presi tra Comune, Asl 1 e Regione – ha detto Morroni – La chiusura del servizio chirurgico per tutte le urgenze non differibili è una chiara violazione del patto sottoscritto al momento del passaggio dell’Asl, patto che né Forza Italia, né Alleanza Nazionale hanno votato proprio per mancanza di garanzie”. Sul caso Easp, la casa di riposo e cura per gli anziani al centro del dibattito dell’ultimo consiglio con la lettera denuncia di un medico della struttura che lanciava l’allarme per i servizi sanitari carenti, verrà chiesta l’istituzione di una commissione consiliare che indaghi su come effettivamente stanno le cose. Quindi la questione farmacie: 118 mila euro il costo dei consulenti che hanno studiato sinora la fattibilità della realizzazione di una società pubblica che acquisisca anche il servizio privato, ma ad oggi di tale società, approvata dalla maggioranza, non si vede il frutto, mentre restano le parcelle da pagare. Caso Rocchetta: in attesa di conoscere il futuro di questa azienda e del rio Fergia, non si è mosso un passo per trarre dalle acque minerali sviluppo per la città. “ Avevamo presentato un ordine del giorno – spiega Morroni – in cui si chiedeva alla Regione di adottare la normativa toscana che deferiva ai Comuni la competenza in materia di concessioni per le acque minerali con evidenti guadagni per le realtà locali che potevano riscuotere fino a 2 euro al metro cubo di acqua prelevata. Ma la maggioranza, inspiegabilmente, ha detto no”.