II Vescovi dell’Umbria ringraziano le comunità cattoliche e quanti hanno aderito alla grande colletta per la costituzione del Fondo di Solidarietà delle Chiese Umbre. Il consenso manifestato dalla Regione, dai Comuni, dai Sindacati, dalle Istituzioni bancarie regionali e dalle Fondazioni ha ricreato attorno alla Chiesa quella significativa coralità solidale che da sempre è parte integrante dell’identità umbra. Un particolare ringraziamento rivolgono anche ai mezzi della comunicazione dell’Umbria – giornali, radio, televisioni e siti internet – che gratuitamente hanno divulgato e sostenuto l’iniziativa della Chiesa. Il significativo ammontare di danaro raccolto, con la massima trasparenza, andrà a sostegno delle famiglie con figli o in attesa di prole, monoreddito, con capofamiglia che abbia perduto il lavoro e non sia sufficientemente coperto da ammortizzatori sociali o non abbia sinora avuto un lavoro stabile. La Conferenza Episcopale Umbra, che si fa garante della correttezza nella gestione del Fondo tramite le Caritas, i patronati Acli e le altre Istituzioni di solidarietà della Chiesa, pubblicherà lo statuto del Fondo e le norme per accedervi, appena saranno approvate dagli otto Vescovi della Regione. Gli umbri hanno risposto con grande generosità all’appello lanciato dai vescovi della regione per la costituzione del “Fondo di solidarietà” a favore delle famiglie in difficoltà economica. In molte delle oltre 600 parrocchie umbre la colletta di domenica 29 marzo è stata almeno di dieci volte superiore a quella delle domeniche precedenti. Anche se occorre attendere qualche giorno ancora per poter fare un primo bilancio del frutto di questa grande colletta, la Caritas regionale esprime la sua soddisfazione, perché l’iniziativa dei vescovi ha stimolato quella generosità-solidarietà che fa parte del “Dna” degli umbri, dimostrata in tante emergenze umanitarie. Basti pensare al terremoto Umbria-Marche del 1997 e successivamente l’alluvione di Sarno ed al sisma in Molise e Sicilia e poi all’estero, in occasione del conflitto in Kosovo, dell’uragano Mitch e dello Tsunami nel Sud-Est asiatico. Una solidarietà che è vicinanza concreta alle diverse situazioni di bisogno e, per quanto riguarda la crisi economica in atto, proseguirà per i prossimi due anni in cui il “Fondo delle Chiese umbre” opererà nel contribuire a sostenere non poche famiglie. Inoltre, il Gruppo Regionale Educazione alla Mondialità della Caritas dell’Umbria sottolinea l’importanza dell’impegno dei vescovi nell’aver promosso questa significativa iniziativa in un momento particolarmente difficile, dove «i cristiani, “popolo di Dio in cammino”, sono chiamati alla condivisione della vita, delle preoccupazioni, delle speranze e dei beni della terra con tutti gli uomini. Questo affinché in un mondo sempre più fraterno la giustizia invocata e promossa dal Concilio Vaticano II e dai pontefici che ne sono seguiti, possa essere fortemente voluta e perseguita. Tutti i figli e le figlie di Dio hanno diritto ad una vita dignitosa per sé e i loro cari. Coloro che hanno più ricchezze e mezzi in questo mondo sono investiti di maggior responsabilità di fronte ai poveri e a Dio (Cfr. Mt 25,31-46)». «La matrice su cui misurare la nostra fedeltà evangelica – aggiungono dal Gruppo alla Mondialità – ci è annunciata dagli Atti degli Apostoli: “Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno” (2,44-46). Facciamo nostra la ferma sollecitazione dei nostri vescovi di “praticare la gratuità e la necessità di cambiare gli stili di vita per promuovere una società più sobria, equa e solidale”». «Non è pensabile, e in particolar modo in questo tempo di crisi economica – sottolineano –, che noi cristiani ignoriamo l’ingiusta e peccaminosa differenza fra i salari minimi che non consentono una vita dignitosa a molte famiglie e le retribuzioni massime che permettono di accumulare ricchezze esorbitanti».
31/03/2009 16:05
Redazione