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Il nuovo Centro Islamico divide la politica ad Umbertide

Il nuovo Centro Islamico divide la politica ad Umbertide. La lista "Umbertide cambia" lo porta in Consiglio comunale ma il documento non viene votato dal Pd: "Si' a centri culturali, no a stratagemmi per fare moschee".
“La questione della costruzione del Centro islamico ha diviso, come era prevedibile, il Consiglio comunale, grazie ad una nostra operazione “trasparenza e verità”. E rivendichiamo con orgoglio e onestà intellettuale un’operazione culturale che spazza via l’ipocrisia di fondo dell’Amministrazione". Si apre con queste parole la nota della lista "Umbertide cambia" su uno dei temi scottanti del momento ad Umbertide. "Con l’ordine del giorno presentato in Consiglio - scrive la lista - abbiamo inteso portare nelle istituzioni e nel dibattito pubblico una iniziativa che non può essere considerata una semplice pratica edilizia. Questo significa porre grande attenzione alle dinamiche sociali, culturali ed economiche che ruotano intorno ad essa, certamente di rilevanza sovracomunale. Senza pregiudizi, ma con estrema chiarezza. Anche nel rispetto della parte mussulmana aperta al dialogo. Su questo non ci può essere mediazione in commissione. Con il nostro documento - non votato dal solo Pd, che di nuovo si è isolato rispetto al sentire della città – abbiamo chiesto, nel rispetto e rafforzamento dei diritti costituzionali di ogni comunità, che la costruzione del Centro culturale islamico rimanesse nel perimetro laico, appunto, culturale e non fosse l’ennesimo stratagemma di adibirlo a moschea, luogo religioso di culto e sacro. L’uno rispetta una normativa, la Moschea un’altra. Le due sfere non sono sovrapponibili, pena un conflitto giuridico, culturale e politico insanabile. Orbene, l’Amministrazione, in realtà, ha risposto con la solita doppiezza togliattiana: si autorizza un Centro culturale, ma se in esso poi vi si svolgeranno, secondo le parole del Sindaco, anche attività di culto, il Comune non potrà farci niente. No, questo cerchiobottismo proprio non ci piace perché non è coerente con lo spirito e la lettera della legge e, soprattutto, si nega il fine principale per il quale è stata concessa l’autorizzazione a costruire. Noi vogliamo tutelare il pluralismo religioso ma alla luce del sole, non con artifici (leggi bugie) che durano lo spazio di un mattino. Infine, è arrivato il momento di un confronto in Consiglio comunale con l’Associazione culturale islamica (che, sembra, si colleghi alla scuola “malichita”, una scuola giuridica di ispirazione conservatrice) per capire la sua conformità ai valori costituzionali e ai diritti universali. Della donna soprattutto".
Città di Castello/Umbertide
30/10/2015 10:46
Redazione
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