Il premio “Onor d’Agobbio” a Lavia

Una vera e propria lectio magistralis quella di Gabriele Lavia a Gubbio per il suo “Malato immaginario”, e chiamato a ritirare il premio “Onor d’Agobbio” alla prima edizione. Lavia, nella splendida sala refettorio del complesso di San Pietro, ha così ricevuto la mattonella realizzata da Giampietro Rampini e custodita nell’opera intarsiata dall’ebanista Giuseppe Minelli dalle mani del sindaco Ercoli. Premio “Onor d’Agobbio”, che si ispira ai versi danteschi della Divina Commedia e al miniaturista Oderisi. Una prima edizione che porta questa motivazione: “La Città di Gubbio in segno di apprezzamento e riconoscenza per l’instancabile apporto nel promuovere un teatro alla continua ricerca del suo senso nella contemporaneità. A un Maestro che ha trasformato l’inquietudine del pensiero e l’attenzione all’animo dell’uomo facendone il proprio segno artistico. Punto di riferimento costante per giovani generazioni, il suo lavoro coniuga comunicazione del sapere, piacere dell'ascolto e riflessione, testimoniando una assoluta prova d'amore per la scena”. Una cerimonia troppo breve per il mare magnum di cultura che Gabriele Lavia, uno dei padri del teatro contemporaneo, avrebbe avuto da svelare alla platea; ma la poetessa eugubina Anna Buoninsegni ha strappato dall’attore e regista la promessa di fare ritorno a Gubbio per una lettura d’autore della Divina Commedia. Intanto Lavia ha incantato la platea con un viaggio alla scoperta del senso del teatro, come luogo dello sguardo che si svela su un velamento da cui si guarda il pubblico in un gioco alla continua rappresentazione e scoperta di se stessi. E non è mancato un invito, ironico, tagliente ed accorato, al sindaco Ercoli, seduto accanto al maestro: “meno luminarie natalizie, che sono anche brutte, e più aiuti al teatro: tenete gli spettacoli due giorni. E’ un delitto lasciare fuori dal teatro chi vuole venire a teatro”.