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Il punto della regione su test e tracciamenti con il commissario Onnis: "Tamponi ai contatti dei positivi solo in presenza di sintomi. Umbria al 40% delle misure di lockdown"

Il punto della regione su test e tracciamenti con il commissario Onnis: "Tamponi ai contatti dei positivi solo in presenza di sintomi. Umbria al 40% delle misure di lockdown".

407 nuovi casi di positività in Umbria su 4.006 tamponi effettuati. Questo l'ennesimo bilancio record dei numeri legati al Covid nella regione nelle ultime 24 ore, dove ci sono da segnalare purtroppo due ulteriori decessi che fanno salire il computo a 97 totali dall'inizio della pandemia. A Gubbio in 48 ore ad esempio la crescita è stata iperbolica da 70 a 109 contagi, un +39 che non sembra destinato a placarsi e allarma l'intera comunità. Incessante salita anche dei ricoveri, 21 in più e 193 totali, con 2 in più in intensiva che tocca quota 22. Cresce anche il dato delle persone in isolamento, e quindi a rischio positività in attesa di tampone: ben 294 in più. “Dobbiamo fare i conti con un'evoluzione dell'epidemia rapida e preoccupante" ha dichiarato il commissario per l'emergenza Antonio Onnis in una videoconferenza indetta dalla regione. Una videoconferenza che ha fatto chiarezza sulle strategie della regione per tutto l'ambito che va oltre l'attività ospedaliera, soprattutto nei confronti dei soggetti positivi e il tracciamento dei potenziali sintomatici. Tra le novità annunciate, la principale riguarda che non verranno più effettuati tamponi ai contatti stretti, anche conviventi, dei positivi se non in presenza di sintomi. «È una scelta – ha spiegato Onnis – in accordo coi protocolli del governo e che trova riscontro nelle cifre. Se ci sono 407 positivi come oggi e ognuno ha minimo venti contatti significherebbe fare tamponi a 8 mila persone, che si sommerebbero a quelli di ieri e via via ogni giorno. Una situazione francamente impossibile da sostenere”. Quindi gli obiettivi da percorrere sono stati riassunti in 5 punti: Bloccare la diffusione del virus, attivare un piano di comunicazione specifica, definire una nuova strategia di testing, preservare ospedali e residenze sanitarie, proteggere la comunità. Onnis ha inoltre ricordato che dev'essere il medico di famiglia a predisporre il tampone che è uno strumento diagnostico e non salvifico e che va dunque utilizzato in maniera appropriata così come va contestualizzato l'esito: anche se negativo non può essere elemento di tranquillità, può esserlo il sierologico in caso di anticorpi rilevati ma anche qui non c'è sicurezza al 100%, ha analizzato il commissario. Onnis ha poi annunciato che il secondo covid hotel, dopo Villa Muzi da tempo attiva a Città di castello, potrebbe arrivare già questa settimana al fine di mettere in isolamento soggetti che per motivi di spazi ristretti o largo numero di conviventi ne abbiano necessità, spiegando anche la differenza fra isolamento ‘fiduciario’, che si basa sul sospetto e isolamento ‘contumaciale’ che invece arriva dopo il tampone positivo. Quindi Onnis ha parlato delle strategie anche nel tracciamento contatti, coinvolgendo medici di medicina generale, pediatri e medici di continuità assistenziale che svolgeranno la sorveglianza dei pazienti a domicilio. Inoltre sono state potenziate le cosiddette Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale. Questo per alleggerire le degenze negli ospedali, visto che già in questo momento l'Umbria sta adottando misure restrittive al 40% di un potenziale lockdown, secondo scenario proposto dalla regione che può aumentare sino al 60% in base all'evoluzione dei contagi e dei ricoveri.

Perugia
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Redazione
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