In un'intervista il ritratto del 'super nonno' capace di percorrere cento chilometri al giorno.

Alla domanda “che cos'è per lui la bicicletta” Ivo Amoni, 85 primavere sulle spalle, risponde con un sorriso, indicando la bicicletta da corsa, nuova fiammante che ha acquistato due anni fa. Per ricordare, ricorda a sufficienza. E mai in oltre ottant'anni ha abbandonato per più di qualche mese il sellino della sua due ruote gialla. Eccolo, nonno Ivo. Con la sua tenuta da cicloamatore, con tanto di bandana. La indossa come indossasse un saio e in effetti la bicicletta è per lui un po' come una specie di missione. Sì, nonno Ivo è un vero portento. Anche quando si lascia andare ai ricordi: “La mia prima bicicletta risale al '37. La pagai 95 lire. Naturalmente a rate”. Mostra la sua due ruote gialla e il cronometro applicato al manubrio: “La velocità massima che ho raggiunto è stata mentre percorrevo una discesa a 60 chilometri l'ora”. L'ultima impresa? Foligno-Valfabbrica e ritorno. Cento chilometri macinati in circa quattro ore. Velocità media? Venticinque chilometri l'ora. Rimpiange i tempi in cui le auto non appestavano l'aria con i loro densi fumi di scarico e le biciclette transitavano liberamente. La sua passione per le due ruote è tuttora identica a quella di mezzo secolo fa. Poi c'è stata la guerra, l'Italia da ricostruire, il boom economico. Lui, ex ferroviere, si è sposato, ha avuto due figli, dei nipoti e bisnipoti. E la bicicletta, verrebbe da pensare, è rimasta in cantina. E invece no. Per l'ottuagenario folignate la bicicletta è una specie di estensione di sé. Guarda il cielo dalla finestra di casa sua. Il cielo è terso. Ivo non lo nasconde: non appena il clima lo permetterà inforcherà la sua due ruote ancora una volta, per tagliare un altro invidiabile traguardo. A guardare il suo fisico scattante non si può sbagliare e chi ancora considerasse la bicicletta un'attività per giovani sportivi per ricredersi e cambiare idea non deve far altro che guardare negli occhi nonno Ivo che a ottantacinque anni suonati, questo “Pirata” dell'asfalto”, fa ancora mangiare la polvere.