3628. Sono i giorni che sono passati dal 13 Dicembre 2013 al 19 Novembre 2023, dieci lunghi anni in cui la Chiesa di San Venanzio nella frazione eugubina di Semonte è stata chiusa: le scosse di terremoto datate Dicembre 2013 difatti resero inagibile la struttura con provvisoria sistemazione nel container posto nell'area sosttostante. Da li è iniziato un percorso lungo due lustri e che solo negli ultimi cinque ha finalmente consentito di vedere, piano piano, la luce in fondo al tunnel. Così domenica scorsa un'intera comunità si è di nuovo stretta attorno ad una Chiesa totalmente rinnovata, sia esternamente che internamente senza dimenticare il campanile. Un percorso avviato nel 2018 finanziato per il 75% dalla Conferenza Episcopale Italiana, sostenuto dalle donazioni generose di numerosi privati oltre che da tanti eugubini e parrocchiani che hanno voluto contribuire al restauro della nuova casa parrocchiale. Così centinaia di persone erano presenti alla prima messa nella nuova Chiesa, celebrata dal Vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini con il vicario generale della Diocesi Don Mirko Orsini oltre ai parroci della frazione, Don Armando Minelli e Don Stefano Bocciolesi. Una struttura seguita dall'architetto Claudio De Meo che trasuda arte con opere curate da assolute eccellenze del territorio: il maestro Giancarlo Grasselli che ha realizzato il crocifisso e il portale esterno in cinque sequenze che rappresenta proprio dei tratti caratteristici legati al culto di San Venanzio martire mentre Patrizia Ramacci di Gypsea ha realizzato l'agnello posto sull'abside prendendo poi anche il calco di Don Armando per il progetto legato all'archivio delle mani maestre, senza dimenticare le porticine laterali intagliate da Daniela e Ori Lilli. E poi la monumentale Ultima Cena del compianto Nello Bocci e la mirabolante porta d'ingresso, un superbo connubio di luci e trasparenze che rimandono all'eternità celeste, realizzata da Antonella Capponi.