Infortunio sul lavoro, assoluzione per dirigente eugubino alla Corte d'appello di Brescia

Assoluzione per un alto Dirigente di importante azienda eugubina pronunciata dalla Corte d’Appello di Brescia per un grave infortunio sul lavoro. I fatti risalgono al 2009 quando nello stabilimento di un’Azienda eugubina situato nel Nord Italia un operaio, mentre era intento a lavorare su una linea produttiva, riportava lo schiacciamento di uno degli arti superiori. Al dirigente venivano imputate le lesioni subite dal lavoratore per non aver vigilato sulle modalità esecutive del lavoro e richiesto l’osservanza da parte dei lavoratori delle disposizioni aziendali di sicurezza e d in ogni caso per avere consentito o tollerato che i lavoratori non rispettassero le procedure operative previste e non utilizzassero gli strumenti indicati per il compimento dell’operazioni Dopo un lungo dibattimento il Dirigente in primo grado veniva riconosciuto responsabile per i fatti accaduti e condannato per le gravi lesioni riportate dal lavoratore. La Corte d’Appello di Brescia ha ribaltato completamente la sentenza di primo grado assolvendo il Dirigente perché il fatto non sussiste accogliendo totalmente la tesi della difesa patrocinata dall’Avv. Claudio Fiorucci (nella foto) che ha sostenuto la totale assenza di responsabilità del Dirigente al quale non poteva essere pretesa una vigilanza assoluta sul lavoratore e sul comportamento del medesimo specie allorquando, per necessità aziendali e produttive, l’attività di vigilanza medesima risultava dispiegata – e concretamente ripartita – su molteplici livelli ( preposti- capi reparto e capi turno), essendo il Dirigente tenuto sì a vigilare sul modo con cui gli altri soggetti assolvono il proprio ruolo, fermo restando però l'esclusiva responsabilità di questi, allorché la mancata attuazione degli obblighi di sicurezza sia addebitabile unicamente agli stessi, non essendo riscontrabile un difetto di vigilanza da parte del datore di lavoro e del dirigente. A fronte del mancato utilizzo della strumentazione prevista da parte del lavoratore, della sussistenza di una pluralità di soggetti chiamati concorrentemente a governare il rischio infortunistico e dell’assenza di una violazione dei doveri di vigilanza da parte del dirigente, quindi, non poteva giustificarsi la condanna inflitta a quest’ultimo in primo grado e conseguentemente la Corte d’Appello ha pronunciato l’assoluzione dell’imputato.