L'Umbria è in ripresa, lo dicono i dati che tuttavia non debbono aprire a facili illusioni: è una ripresa fragile, incerta, minata in ogni momento da almeno tre fattori: la pandemia ancora in corso e da carenze strutturali che la Regione si trascina da sempre. Lo ha detto Alessandro Campi commissario straordinario dell'Agenzia Umbria Ricerche che insieme ai ricercatori Elisabetta Tondini e Mauro Casavecchia ha presentato la relazione economico sociale attuale. Presente la presidente della Regione Donatella Tesei.
I dati positivi. La crescita del Pil umbro nel 2021 si attesterebbe tra il 5,7 e il 6,1 per cento, in linea con quello nazionale. Sette aziende umbre su dieci da gennaio a ottobre 2021 hanno rilevato un aumento del fatturato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e più della metà di esse prevede che nell’anno in corso le vendite superino l’ammontare registrato nell’anno prima della pandemia. Settori: abbigliamento, metalli, meccanica, costruzioni . In Umbria nei primi dieci mesi del 2021 sono stati creati oltre 6.700 posti di lavoro, il 30,3 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2019, a fronte del 46,6 per cento su base nazionale. Il tipo di contratto però donata ancora molta cautela della imprese : 5373 contratti sono a tempo determinato rispetto ai 1855 a tempo indeterminato. E' ripartito il turismo in questo 2021 con un recupero del 32 per cento con un aumento della permanenza media, storico elemento di debolezza del turismo in Umbria, che nel periodo gennaio-ottobre 2021 ha toccato 2,8 giorni : prosegue la preferenza per le strutture ricettive che si collocano al di fuori dei circuiti alberghieri (country house, case e appartamenti per vacanze, affittacamere, bed and breakfast, ostelli, agriturismi ). Il benessere soggettivo, ovvero la percezione e la valutazione che gli umbri hanno della propria situazione personale è sopra la media nazionale , anche se nell'ultima anno il dato in crescita dal 2018 sembra essere stato frenato dalla pandemia .
Le criticità. L'Umbria è interessata da una forte denatalità e contrazione di popolazione che unita ad una emigrazione di giovani altamente scolarizzati e all'invecchiamento progressivo, rischia di creare quella che Campi ha definito la tempesta perfetta demografica , con un crollo a breve e lungo termine della parte attiva e dinamica della società. Le aziende sono minacciate dal costo dell'energia e dalla difficoltà di reperimento delle materie prime che blocca la produzione . L’Umbria si caratterizza da tempo per una elevata quota di famiglie in stato di povertà : l'8 % nel 2020 anche se il dato è in calo rispetto al periodo precedente. Questo aumenta le disuguaglianze sociali bloccando il cosiddetto ascensore sociale .Crescono le dimissioni, soprattutto dei lavoratori a tempo indeterminato: nel primo semestre 2021 in Umbria si sono avute quasi 10 mila dimissioni dal lavoro, il 77 % da contratti a tempo indeterminato. Pesa l'insoddisfazione per il proprio lavoro, la prospettiva di percepire un sussidio tipo reddito di cittadinanza, ma anche in una visione più ottimistica il cambio di lavoro per migliore la propria condizione.
In questo scenario quali le linee d'intervento: per le imprese innovazione in chiave green e digitalizzazione sfruttando i fondi del Pnrr e i fondi strutturali, per la Regione potenziare la rete di trasporti soprattutto ferroviari con connessioni all'alta velocità nonché puntare su un innalzamento della qualità urbana intesa come servizi, connettività e rifunzionalizzazione di spazi.
Perugia
13/01/2022 15:28
Redazione