L'Umbria vuole difendere i suoi tribunali

Avvocati, sindaci e cittadini non riescono a digerire la riforma della geografia giudiziaria che scatta in queste ore. Non lo fanno in Umbria come nello stivale. Oltre 900 uffici in tutta Italia tra tribunali, procure, sezioni distaccate e giudici di pace chiudono i battenti, accorpati ad altre strutture giudiziarie. Una razionalizzazione attesa da molto tempo, per risparmiare a regime fino a 80 milioni di euro, secondo le stime, e per ammodernare una mappa delle circoscrizioni vecchia di oltre 150 anni, concepita prima dell'Unita' d'Italia. "Siamo alla farsa", afferma Valerio Marini, presidente dell'Oua, l'Organismo unitario dell'Avvocatura che chiede addirittura le dimissioni del ministro e annuncia un ricorso alla Corte dei conti per danno erariale. "Ministro e governo siano sensibili alle criticità", chiede il presidente dell'Unione camere penali, Valerio Spigarelli. "Da domani si rischia il caos, il ministro ci convochi", e' l'appello delle sigle della pubblica amministrazione di Cgil, Cisl e Uil. Anche la presidente Marini ha chiesto un incontro con il ministro Cancellieri e il presidente dell'Anci, Piero Fassino invita a sostenere i Comuni per i costi legati agli accorpamenti. In difesa della riforma ha parlato il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, che in serata ha inaugurato il nuovo tribunale di Asti dopo l'accorpamento con quelli di Alba e di Bra. "L'accorpamento dei tribunali e' indispensabile per aiutare la giustizia e servire il cittadino", ha detto Vietti. E anche il ministro Franceschini ha ribadito, a nome del Governo, la bontà della riforma. "La modernizzazione del paese e l'uscita dalla crisi passano attraverso provvedimenti difficili e certamente non popolari ma inevitabili come il taglio dei tribunali'', ha detto. "Il ministro Cancellieri ha mostrato fermezza a nome dell'esecutivo e ha fatto bene".