L'ospedale comprensoriale Gubbio-Gualdo sarà "alimentato" da una centrale a biomasse

L'ospedale comprensoriale Gubbio-Gualdo sarà "alimentato" da una centrale a biomasse: e dal fiume Chiascio arriverà buona parte del "materiale combustibile" con un progetto della Comunità Montana che ripulirà le ans

Il fiume Chiascio sarà una delle principali fonti di energia per il costruendo ospedale comprensoriale di Branca. Secondo un progetto in via di studio da parte della Comunità Montana Alto Chiascio, il futuro nosocomio comprensoriale sarà approvigionato da una centrale a biomasse alimentata dai derivati del fiume. In sostanza, l’edificio ospedaliero sarà dotato di enormi caldaie per la combustione di materiale organico, legna e rovi in prima istanza, derivati dalla manutenzione del fiume che consentiranno di sviluppare energia utile ad approvvigionare in parte l’ospedale. Un progetto ancora in fase di studio, la cui realizzazione dovrà concludersi entro il 2006 e che sarà presentato per il finanziamento all’Unione Europea come esempio di utilizzo di energia alternativa, ecocompatibile e rinnovabile. L’ospedale di Branca non rappresenterebbe il primo caso ovviamente, già nel territorio dell’Alto Chiascio qualcosa di simile è stato sperimentato a Sigillo, ma di fatto sarebbe il primo esempio in cui un fiume sposa una struttura imponente per costi e dimensioni come un ospedale. Il sodalizio Chiascio – nosocomio di Branca infatti comprenderebbe anche la creazione di un vero e proprio parco fluviale che vada a collegarsi con il giardino dell’ospedale: chi si affaccerà dalle finestre della struttura ospedaliera potrà vedere percorsi ed aree attrezzate lungo il fiume che da Branca scende verso Biagetto. L’idea si sposa perfettamente con il sogno di Renzo Piano, l’architetto ideatore del modello Branca, descritto tra le pieghe del progetto: le finestre basse ed ampie, le vetrate, il tetto giardino, l’orto botanico nella hall, il laghetto nel piazzale prefigurano l’aspirazione a un ospedale dove la malattia trovi momenti di serenità nella natura e nel paesaggio. Se il progetto futuro della Comunità Montana resta ineccepibile, perplessità nascono invece sui recenti lavori attivati presso gli argini del Chiascio: 190 mila euro provenienti dal Piano di sviluppo rurale che stanno ripulendo gli argini da Branca a Biagetto per un totale di circa 2 km. L’eliminazione della vegetazione, rispondente a un vecchio progetto e sottoposta a normative superate, se non ben calibrata, potrebbe gettare ombre proprio sul futuro parco.

Gubbio/Gualdo Tadino
03/09/2005 09:44
Redazione

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