La guerra del Superenalotto, il ministro diserta l’aula

I testimoni vip citati dal pensionato 69enne Adriano Fiorelli, sedicente inventore del gioco del Superenalotto, hanno preferito disertare l’udienza di fronte al giudice unico Olivieri della seconda sezione civile del tribunale di Roma. Ha disertato l’aula, in particolare, il ministro delle Finanze Tommaso Padoa Schioppa, la cui testimonianza avrebbe dovuto sciogliere i molti nodi insoluti della vicenda. Ha dunque preferito non presentarsi, Padoa Schioppa, ricitato dal magistrato capitolino per l’udienza del 9 ottobre, dal presenziare alla quale non potrà esimersi, a meno di non voler incorrere in un possibile accompagnamento coattivo in aula. Si ritiene soddisfatto il pool di legali che sostiene le ragioni di Fiorelli (gli avvocati Gianvito Ranieri e Arnaldo Casòli) che ritengono come “la mancata presenza del ministro comporti una implicita ammissione dei fatti”. A rappresentare le ragioni del convenuto, vale a dire il dicastero delle Finanze, l’avvocato Pasquale Fava dell’Avvocatura dello Stato. Nemmeno l’ombra di una transazione giudiziale, così come nei giorni scorsi lo stesso Fiorelli aveva fatto intendere di essere pronto ad accettare. E allora via alle carte bollate. Fiorelli non torna indietro. Il dado, come intuibile, è ormai tratto. Il pensionato folignate, come, del resto, qualcuno ricorderà, aveva chiesto un indennizzo di 6.300 miliardi di vecchie lire o, in alternativa, l’interruzione del gioco del Superenalotto perché – documenti alla mano – dice da anni di essere stato il primo a proporre al dicastero delle Finanze le modifiche, poi accolte, all’ormai anacronistico gioco del Lotto. Ecco, dunque, le innovazioni proposte nel lontano ottobre del ‘95 di cui l’inventore foligante rivendica la paternità: estrazione settimanale del mercoledì, cedola di abbonamento di giocata, estrazione di sei numeri più un numero complementare detto jolly. Praticamente l’attuale modalità di giocata del Superenalotto. I Ministero prima risponde picche, scrivendo di non essere interessato alla proposta e poi dopo due anni a sorpresa adotta in toto la proposta Fiorelli Che frutterebbe alle casse dello Stato qualcosa come 7mila miliardi di lire annui. Un’autentica miniera d’oro.