La prima esperienza in panchina per l'eugubino Leonardo Radicchi si chiama Real Pitulum Tiberis

Un profilo giovane, nuovo pronto ad intraprendere la carriera da allenatore muovendo i primi passi su una panchina di settore giovanile di una squadra comunque storica e ambiziosa come La real Pitulum Tiberis, ovvero la realta umbertidese nella quale appena un anno fa nacque l'attuale società tesa ad unire in un solo corpo Pitulum e Umbertide Tiberis. Leonardo Radicchi, 29 anni compiuti a marzo e un passato tra i campi di Eccellenza, Promozione e categorie minori con le maglie di Torgiano, Semonte e altre squadre fuori regione, ad appena un anno dall'addio al calcio giocato dopo la promozione in Prima Categoria da capitano del Real Padule, è pronto per il grande salto dal manto erboso e il sudore del calcio giocato, alla tattica e al meticoloso lavoro settimanale dell'allenatore. Un esperienza similare, Radicchi l'ha vissuta proprio la stagione da poco andata in archivio affiancando come vice prima Mirko Bettelli e poi Massimo Nuti nella travagliata stagione del Real Padule, culminata con la retrocessione. Ora però l'occasione per essere protagonista in prima persona, forte anche del patentino di allenatore preso tra tanti sacrifici nell'anno corrente: “Sono molto carico e motivato, non vedo l'ora di cominciare questa nuova avventura che mi permetterà di confrontarmi con la realtà vera e propria dell'allenattore. E' quello che cercavo sinceramente, una piazza attrezzata con un gruppo giovane per affrontare la mia prima esperienza, sono bastati due incontri per metterci daccordo e ufficializzare il tutto”. Un esperienza importante però anche il patentino preso alla sede della Figc di Perugia per poter allenare settori giovanili: “E' stato un percorso fantastico, dove ho imparato tante cose che uno di solito da anche per scontato e che invece ha delle sfumature importanti che a primo impatto nemmeno si notano. Ho auto un docente di tecnica e tattica come Attilio Sorbi che ci ha raccontato esperienze maturate nei confronti ai tempi della Roma di Lihedolm, aneddoti curiosi ma anche con un certo spessore per la crescita e l'apprendimento di noi allenatori in erba. Sette settimane dispendiose anche dal punto di vista lavorativo, dove ho scarificato praticamente un mese e mezzo di ferie, sacrificio che oggi però posso dire di essere felice di aver fatto perchè mi regala l'opportunità di continuare a vivere in maniera diretta il calcio e di conoscere tante persone nuove”. Un occasione appunto per respirare ancora l'odore dell'erba di un campo di calcio dopo l'addio piuttosto precoce a causa di un problema fisico: “E stata dura, soprattutto all'inizio quando ti privano per forze di causa maggiore della tua più grande passione. A volte ci sto davvero tanto male di vedere miei amici o ex compagni partire per l'allenamento o per la partita domenicale mentre io al massimo sono costretto a vederla da spettatore in tribuna. Il patentino di allenatore mi consente però di sentirmi ancora parte del calcio e questo mi rende la persona più felice del mondo”. L'intervista a Leonardo Radicchi andrà in onda questa sera nel corso del Tg Sport delle 19.45.