Un lascito di grande significato e valore, quello dei discendenti di Giorgio Maddoli alla Fondazione Cassa Risparmio di Perugia. La cerimonia ufficiale di consegna si svolgerà martedì 18 febbraio, alle ore 17.00, presso la Sala delle Colonne di Palazzo Graziani (Corso Vannucci, 47, Perugia), sede della Fondazione, alla presenza del Presidente di quest’ultima, Carlo Colaiacovo, delle due figlie dell’artista, Chiara e Cristina Maddoli, e di altre autorità cittadine.
Giorgio Maddoli (1916-1978) è stato uno dei più significati artisti umbri del secondo dopoguerra, conosciuto a livello nazionale e internazionale. Formatosi artisticamente per l’Istituto d’Arte e successivamente presso l’Accademia di Belle Arti di Perugia, ebbe come suoi maestri Arturo Cecchi e Gerardo Dottori. Nel 1939, dopo il diploma, iniziò la sua carriera, partecipando alle prime esposizioni: sono trenta mostre personali che gli sono state dedicate da allora e trentacinque le collettive alle quali ha partecipato con le sue opere. Tra le sue presenze più importanti, quella del 1954 alla Biennale di Venezia e quella dell’anno successivo alla Quadriennale di Roma. Per ben diciotto edizioni ha organizzato la Rassegna Nazionale di Arte Sacra e proprio i lavori a soggetto religioso e sacrale sono quelli che hanno ottenuto i maggiori riconoscimenti di pubblico e di critica nel corso degli anni. Nel 1955, ad esempio, è risultato vincitore del Concorso Nazionale a Vitinia (Roma) per la pala d’altare in mosaico raffigurante Santa Monica e Sant’Agostino. Nel 1964, invece, ha portato a termine per la nuova chiesa in via dei Filosofi a Perugia la serie della “Via Crucis” e i due pannelli centrali raffiguranti L’ultima cena e la Deposizione.
Maddoli nel 1943 ha sposato Maria Felicioni, dalla quale ha avuto due figlie: Chiara e Cristina. E proprio a queste ultime si deve la decisione di donare alla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, per la sua collezione di arte contemporanea, sette tele e tredici pastelli a cera su carta realizzati dal genitore nel corso degli anni, in un periodo compreso tra il 1940 e il 1964. Tutti questi lavori entreranno a far parte della collezione raccolta museale di Palazzo Baldeschi al Corso, dove già sono conservate le altre opere appartenenti alla Fondazione: da Pinturicchio al Perugino al Signorelli (per la parte classica), da Dottori a Benucci a Ranocchia (per la parte novecentesca).
“Si tratta – spiega Carlo Colaiacovo – di un gesto d’amore per l’Umbria e per l’arte. Già qualche tempo fa abbiamo ricevuto donazioni analoghe dagli eredi di Gustavo Benucci, Maria Pistone Cecchini e Antonio Ranocchia. Questi lasciti, che testimoniano figure importanti della storia artistica perugina e umbra del Novecento, vanno ad ingrandire la nostra collezione. E dimostrano come si veda ormai nella Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia un punto di riferimento per la conservazione e tutela della memoria culturale del territorio e del suo patrimonio di opere. In questo modo si amplia, come è sempre stato nei nostri auspici, il fondo artistico della nostra raccolta, che già comprende opere di grandi artisti umbri di ogni epoca, dal Perugino al Dottori, dal Pintoricchio appunto al Maddoli. E’ un modo per testimoniare la rilevanza del patrimonio storico-artistico della nostra regione e l’importanza che quest’ultimo riviste dal punto di vista simbolico-identitario, ma anche sul piano dell’immagine e quindi indirettamente economico”.
Perugia
15/02/2014 12:12
Redazione