“Per la città di Gubbio, non aderire alla Rete delle città medioevali italiane, vuol dire perdere opportunità importanti di rilancio di un comparto fondamentale. Sindaco e assessore competente chiariscano”. A chiedere spiegazioni attraverso un’interpellanza sono i consiglieri comunali della Lega Gubbio Michele Carini e Sabina Venturi. “Abbiamo appreso dal sito dell’ENIT, l’Agenzia Nazionale del Turismo, che è stato siglato un protocollo di intesa con la Rete delle Città medioevale italiane, un sodalizio di 28 Comuni suddivisi in 10 Regioni caratterizzati da un patrimonio materiale e immateriale riferibile al periodo medioevale di indiscutibile rilievo. Tra queste città figurano Viterbo, in qualità di capofila, Pistoia, Volterra, San Gimignano, Civita di Bagnoregio, Narni, Tarquinia, Perugia, Monteriggioni. Obiettivo della Rete è la creazione di un’offerta italiana di turismo profondamente incentrato nell’autenticità medievale dei luoghi, tramite la promozione congiunta di un calendario di eventi e rievocazioni storiche di assoluta eccellenza. La nostra città – proseguono Carini e Venturi - non figura in questo sodalizio: fatto alquanto bizzarro visto che Gubbio ospita il Festival del Medioevo. Cosa è accaduto? Dimenticanza o volontà dell’amministrazione comunale? In entrambi i casi sarebbe molto grave. Aderire a una Rete come questa porterebbe indubbi vantaggi al nostro territorio, maggiore visibilità a livello nazionale e importanti opportunità economiche anche attraverso il coinvolgimento della comunità. Possibile che alla Giunta Stirati tutto questo non interessi? Dal sindaco e dall’assessore competente - concludono i due consiglieri - ci aspettiamo una spiegazione”.