Seconda giornata di Medicus: Premio Gentile da Foligno 2023, con un dibattito incentrato sull’anzianità vista come opportunità di sviluppo socio-economico dei borghi dell’Umbria, di architettura di fede e vecchiaia. “L’anziano non è un peso, ma un’opportunità per i borghi umbri, per una qualità di vita migliore per gli anziani e come opportunità lavorativa per giovani” ha detto Caterina Lucangeli presentando l’evento e Moreno Finamonti, presidente di Sophia Umbria-Marche, il quale ha ricordato i tre obiettivi del premio Gentile da Foligno: “Far conoscere il più grande medico del medioevo, avvicinare la popolazione ai medici e i medici alla popolazione, in un momento molto problematico per la sanità pubblica, ragionare sull’invecchiamento della popolazione e sulle conseguenti politiche da attuare per garantire dignità agli anziani, in particolare la logistica”. Per Finamonti l’invecchiamento “è il fenomeno più grande dell’oggi. In un secolo i cittadini hanno guadagnato 30 anni di aspettativa di vita. Gli uomini arrivano a 86 anni, le donne a 90. In Umbria la decrescita della natalità e la crescita dell’anzianità sono il vero problema futuro della regione - ha proseguito Finamonti – Lo scarso ricambio generazionale influirà sugli aspetti lavorativi, con costi aumentati e produzione diminuita ed una spesa sanitaria accresciuta. In Umbria abbiamo 223 over 65 ogni cento bambini fino a 14 anni e questo grazie alla scienza per l’aumento della vita media, ma si deve vivere bene, dignitosamente. Bisogna avere il coraggio di cambiare l’organizzazione socio-sanitaria regionale per affrontare la sfida del futuro. La vecchiaia non è un male, siamo noi che dobbiamo trovare i modi affinché si trasformi in una risorsa e non in una pestilenza”. E per affrontare i cambiamenti politici è stato chiamato a parlare Silvio Ranieri Segretario Generale di Anci Umbria, per il quale “dobbiamo ragionare in modo integrato sulle politiche di intervento per gli anziani e sulle politiche giovanili con sempre più giovani che lasciano l’Umbria per l’estero, con maggiori prospettive di lavoro – ha detto Ranieri - Senza il processo di immigrazione, inoltre, saremmo con un bilancio ancor più negativo. Molti anziani vivono in condizioni di isolamento e l’evento pandemico ha peggiorato queste situazioni. Nei piccoli comuni questi fenomeni si vivono con maggiore intensità”. E la situazione non è destinata a migliorare con la chiusura di servizi come sportelli postali e bancari, medici di famiglia non più in servizio, lontananza da strutture sanitarie. “Molti dei progetti del Pnrr prevedono sempre più contenitori, come scuole e strutture, ma senza più contenuti, visto il calo demografico – ha proseguito Ranieri - La strada da tracciare è quella della nuova programmazione di servizi per i borghi per coinvolgere i giovani, con immobili a costi più bassi, o in progetti di co-houising con gli anziani, promuovere l’insediamento di star up e aziende, attraverso interventi integrati a 360 gradi che mettano insieme tutte le esigenze e diano risposte”. L’architetto Guendalina Salimei, alla quale è stato consegnato il premio Gentile da Foligno, ha parlato di “centri e piccoli borghi, derivanti dalla nostra storia, che indicano anche quali strade seguire per l’abitare della quarta età. La società o li pensa malati o sono invisibili. Il nostro territorio è una risposta: i borghi spopolati creano un problema ambientale e di perdita di storia, ma queste due situazioni possono incontrarsi e produrre una rinascita. All’estero si costruiscono dei villaggi per anziani con servizi integrati, noi ce li abbiamo già pronti, sono i borghi, non solo a scopo abitativo, ma anche culturale. Abitare con nuove modalità, trasformarli in piccole città produttive di idee, modi di vivere diversi, gestendo l’arte e le tradizioni, fornendo gli strumenti di assistenza, creando benessere, situazioni di cura e solidarietà. L’idea finale è quella di creare un Made in Italy della quarta generazione”. Medicus 2023 ha consegnato anche al Cardinale Gualtiero Bassetti il premio Gentile da Foligno 2023, il quale ha voluto parlare di vecchiaia e giovani “In 5 minuti mi hanno fatto Vescovo, quando mi hanno chiamato dalla Congregazione, ma il prete me lo sono guadagnato in undici anni di seminario. Adesso ho 81 anni e mezzo e sono tornato a fare il prete, per questo non mi sento relegato ai margini della vita, che è stata travagliata ma bella ed intensa, passata con i giovani a fare l’educatore e allora sento questa profonda empatia nei confronti dei ragazzi e quando li sento criticati, anche quando lo meritano, ci soffro - ha detto Bassetti - I giovani devono ricevere qualcosa che resti nell’incontro con noi, devono ricevere il senso dell’appartenenza a una storia più grande. Intravedo questa possibilità di dialogo e i giovani rappresentano una apertura alla speranza. Mi danno la possibilità di sognare. Sento che la missione della mia vita è di mettere insieme i sogni di noi vecchi con le visioni dei nostri ragazzi. Dobbiamo uscire a scambiarci i sogni perché tutti abbiamo dei sogni belli da donarci”.

Foligno/Spoleto
09/10/2023 14:29
Redazione